I personaggi illustri. Se ne va in pensione. Dino ’il dermatologo’. Il calzolaio più amato

Dopo quarant’anni gloriosi chiude la storica attività di Arcangeli, dove il ciabattino ha trovato la sua dimensione dopo una vita di lavoro. Grande commozione alla festa organizzata dagli ’amici dell’aperitivo’. .

"Il 2024 ci porta in paese la chiusura di una grande attività che pensavo fosse eterna". Inizia così una lunga lettera, consegnata con tanto di cornice, a Dino Arcangeli, noto come "Dino Calzolaio" o, per i più raffinati, "il dermatologo" per la sua abilità a lavorare la pelle.

Appellativo passato alla storia sammarcellina, nato da un divertente equivoco con dei clienti che cercavano uno specialista medico, indirizzati immediatamente al numero 12 di Via del Poggiolo, dove Dino calzolaio esercitava da sempre l’attività di "riparazione di calzature e articoli da viaggio in pelle, cuoi o altri materiali simili". Non proprio quello che cercavano i signori venuti dalla città: infatti l’aneddoto è entrato a far parte della storia locale.

I festeggiamenti, diretti da Paolo Romagnani, altro ex artigiano del paese, ha visto riunito attorno a Dino un folto gruppo di amici, "quelli dell’aperitivo" che, a partire dalle 11, hanno circondato il neo pensionato con il loro affetto. La storia professionale di Dino, classe 1936, inizia nel primo dopoguerra nella bottega di "Bigo" Romagnani, in via Roma a San Marcello, dove apprende i primi rudimenti del mestiere. Poi passa in quella di Primo, ubicata in via della Chiesa: nella bottega del fratello impara l’arte del barbiere, ma preferisce dialogare con le calzature. Segue una parentesi in Svizzera, storia comune a tanti abitanti della Montagna Pistoiese, quindi l’esperienza lavorativa alla Smi e infine l’apertura di una sua attività a Gavinana, tutto questo prima di dare vita a quello che diventerà una sorta di tempio della calzatura.

Così Dino, ufficialmente dal 16 febbraio del 1983, farà camminare tutta la Montagna, partendo dal suo laboratorio straordinariamente costruito su misura: Fabiola Arcangeli lo definisce "un guscio intorno a lui" intriso di sport e battute. Dino è un personaggio che ha lasciato il segno nella comunità di San Marcello con la salacità garbatamente pungente diventata il suo marchio di fabbrica.

Ha svolto il suo lavoro di calzolaio con professionalità e precisione, senza mai confondere o ritardare le consegne dei clienti, ai quali non chiedeva nemmeno il nome ma non sbagliava mai la restituzione. Non si lasciava sfuggire nulla dietro la sigaretta che teneva sempre in bocca, e sapeva come risolvere i problemi altrui prima ancora che gli venissero esposti. È un appassionato tifoso del Torino, di cui parla con forza e dedizione, trasmettendo un fascino retrò, limpido e avvolgente. Ora che ha deciso di andare in pensione, la sua vetrina sembra vuota senza la sua presenza e la sua piccola televisione, sempre accesa.

La festa organizzata dagli amici per salutarlo ha suscitato molta emozione e, quando ha letto la targa che gli hanno regalato, ha mostrato un lato tenero e commosso, nascosto sotto la scorza dura. Dino, figlio di Mangiafuoco, è così: duro di fuori e dolcissimo dentro. "Il fatto che sia amato da tutti è la prova della sua straordinaria bontà d’animo", dice la nipote, che ne parla con un amore profondo. San Marcello perde un punto di riferimento ricco di fascino e Dino guadagna tempo da dedicare a se stesso e ai suoi cari.

Andrea Nannini