REDAZIONE PISTOIA

Funivia, il "no" di Legambiente. Ma l’appello è al dialogo: "Siamo a una svolta epocale"

L’intervento di Samuele Pesce nel dibattito sul progetto dell’impianto Doganaccia Scaffaiolo "Il comparto invernale fa i conti con il clima e un modello di sviluppo ormai morente".

Funivia, il "no" di Legambiente. Ma l’appello è al dialogo: "Siamo a una svolta epocale"

Si arricchisce di una riflessione propositiva il dialogo sul progetto della funivia, Doganaccia Lago Scaffaiolo. Arriva da Legambiente Pistoia, in una sua nota firmata dal referente per le politiche della Montagna, Samuele Pesce. "Auspichiamo un dialogo aperto per la valorizzazione della Montagna Pistoiese e per fermare un collegamento che non collega nulla. Contrariamente a quanto spesso dipinto – scrive Pesce –, Legambiente auspica un territorio vivo e abitato, dove l’uomo possa prosperare in armonia con l’ambiente. Lo sviluppo della Montagna Pistoiese non può certo prescindere da due elementi cruciali: lavoro e servizi. Purtroppo, il comparto turistico invernale si trova a fare i conti con i problemi oggettivi che derivano da un contesto climatico, economico e energetico, sempre più sfavorevole. I dati parlano chiaro: evidenziano che in Italia gli impianti al di sotto dei 1700 metri o sono dismessi o vivono solo di ingenti sovvenzioni pubbliche, perché per rientrare devono lavorare almeno 200 giorni l’anno – rileva –, e l’aumento del turismo estivo non compensa le perdite invernali. In Appennino 55 aperti a singhiozzo, 84 dismessi e 123 sopravvivono con sovvenzioni. (fonte Rapporto annuale Neve Diversa di Legambiente). Sovvenzioni pubbliche peraltro troppo spesso contrapposte al sistematico taglio dei servizi essenziali. La questione vera però è che la montagna è di fronte a una svolta epocale tra un vecchio modello di sviluppo conosciuto, ma morente, e un’alternativa che non è ancora definita e concreta. Qui dove vivere è più difficile, questa sospensione “tra il non più e il non ancora“, crea incertezza, fa paura e purtroppo rischia di generare una profonda frattura sociale che per la nostra Montagna rappresenta la minaccia più grande in assoluto". Legambiente prende spunto da molte delle riflessioni a margine degli incontri svolti durante il percorso partecipativo (foto). "Oltre a sottoscrivere la richiesta del Comitato a fermare l’opera, l’appello che ci sentiamo di fare noi di Legambiente è soprattutto un appello al dialogo. Un invito accorato a tutti coloro che vivono in montagna, che amano questi luoghi a incontrarsi, parlarsi e sedersi a un tavolo per costruire insieme quel nuovo che dovrà venire, per immaginare un modello che sia sostenibile e attuale, che si basi sulla riscoperta e valorizzazione delle risorse peculiari e che generi lavoro in modo diffuso nel territorio. E non ultimo, se ci sono risorse disponibili devono essere impiegate per garantire un livello minimo di servizi essenziali come sanità, scuola".

Andrea Nannini