Frode all’Unione Europea. La squadra giocava in campionato. Ma De Simone era a un "incontro"

Dettagli dell’indagine. C’era Pistoiese-Progresso, ma il ’garante’ venne chiamato a Verona e andò. Sarebbe stato ’pericoloso’ parlarne al telefono. Si aspetta l’interrogatorio di garanzia.

PISTOIA

C’è un solo momento, nell’incartamento che ha scoperchiato la maxi-frode su scala europea che ha travolto i vertici – o quel che ne restava – della Pistoiese, che il calcio entra in scena rispetto agli affari che venivano condotti dal gruppo per il quale il gip del tribunale di Roma, Mara Mattioli, ha disposto l’arresto di 22 persone (di cui 14 ai domiciliari), con l’apertura delle porte del carcere di Pistoia per il garante del Trust, ed ex dipendente Omav, Maurizio De Simone, oltre che per Stefan Lehmann.

Quel momento è il 28 ottobre scorso e De Simone viene intercettato a parlare con Alexander Mair, anche lui adesso in carcere ed una delle figure di maggiore spicco di tutta l’indagine. Mair è a Verona pronto, a quanto pare, per partire quanto prima per Bratislava, mentre De Simone è a Pistoia perché proprio quel giorno allo stadio "Melani" si disputa Pistoiese-Progresso, match vinto 2-1 dagli arancioni, e fino a questo momento persino decisivo per la posizione delicatissima di classifica dell’Unione sportiva.

E’ in quei frangenti che, prima della partita, De Simone viene invitato a salire a Verona al massimo entro le 18: un qualcosa, secondo quanto trapela sarebbe stato registrato dalle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza di Venezia, per il quale sarebbe stato pericoloso parlarne al telefono, tanto che Mair propone a De Simone di arrivare in Veneto il prima possibile, che gli avrebbe persino pagato l’hotel di tasca propria e l’indomani sarebbe potuto tornare a Pistoia.

Nel filone veneto, infatti, non ci sono riferimenti specifici a quanto successo all’interno dell’Us perché quelli vengono portati avanti dalla Procura di Pistoia che ha inserito, al momento, nel registro degli indagati oltre allo stesso De Simone, anche Matilde Jace, Omar Vecchione e Antonio Gammieri, tutti accusati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.

Dall’indagine veneta, invece, saltano fuori nomi di società e di persone fisiche che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli ultimi due anni. In una di queste aziende, la Des Group Srl utilizzata per i crediti da incassare per il "Bonus facciate" si sarebbe di fronte ad un vero e proprio affare di famiglia: spunta fuori come segretario Angelo De Simone, ovvero il padre di Maurizio. Classe ’51, lui tra l’altro è indagato dalla Procura di Avellino in qualità di socio al 90 per cento della stessa Des Group per un’altra vicenda.

Ma cosa succede? Questa società è stata utilizzata principalmente per eseguire delitti di truffa aggravata per il conseguimento di contributi per il "Bonus Facciate", con i bilanci 2019 e 2020 che sembrerebbero non essere attendibili e, soprattutto, coloro che si sono succeduti nella carica di amministratore della stessa sarebbero dei prestanome e che tutto sarebbe stato gestito direttamente da De Simone. Non solo: da questa società il profitto del reato sarebbe stato trasferito su un conto con bonifici emessi sia a favore della Omav Srl che della Ayme Group Srl, di cui la Omav è controllante. Nomi che riportano alle realtà che furono ufficializzate come aziende intervenute nell’acquisto dell’Us Pistoiese nel gennaio 2022. Intanto si aspetta l’interrogatorio di garanzia per Maurizio De Simone che si svolgerà probabilmente martedì e che farà comprendere quale sarà la linea difensiva del ’garante’ del trust Orange che potrebbe anche decidere di non rispondere alle domande degli investigatori e del magistrato.

R.S.