REDAZIONE PISTOIA

Ex cartiera sequestrata per i rifiuti

Sigilli alla “Magnani“ di Calamari, da tempo dismessa. Indagini dei carabinieri partite da segnalazioni

Sigilli giudiziari all’ex-cartiera Magnani di Calamari, frazione collinare di Pescia. Nella mattina di ieri i carabinieri della locale stazione hanno eseguito il sequestro dell’area a seguito – questa è l’ipotesi più accreditata – di una segnalazione sulla presenza di contenitori e di imballaggi sospetti all’interno dell’ex complesso industriale. Secondo quanto appreso sul posto, le ipotesi di reato potrebbero essere discarica abusiva e gestione illecita di rifiuti. Agli inquirenti spetterà adesso il compito di accertare la veridicità della segnalazione, verificando l’origine, il contenuto e la pericolosità dei materiali sequestrati.

Ieri un’auto dei carabinieri forestali stazionava all’ingresso della proprietà, il cui accesso era impedito da una striscia bicolore riportante l’avviso ddel provvedimento giudiziario: "Area sottoposta a sequestro penale".

Siamo di fronte a un triste epilogo per lo storico presidio industriale, un tempo fiore all’occhiello della produzione cartaria pesciatina e ora in pressoché totale stato di degrado. L’ex Magnani, abbandonata da più di dieci anni, dopo diverse aste andate deserte, è stata acquistata due anni fa da un privato cittadino. Lo scorso 7 febbraio il consiglio comunale aveva accettato le osservazioni dello stesso al Piano operativo comunale per poter procedere al recupero di una parte del complesso per finalità turistico-ricettive e un’altra parte da destinare a ristorante e bed & breakfast. L’eventuale riqualificazione dell’area dovrà ora attendere l’esito delle indagini, che sarebbero già state avviate da qualche tempo su segnalazione, appunto, di cittadini.

"Pensare – commenta un residente che conosce bene la zona – che questa cartiera è stata un’eccellenza nazionale fino agli anni ’70. Vi si produceva la carta per le banconote non solo nazionali e la carta a mano più prestigiosa, adoperata dal Papa e dai presidenti di tante nazioni. Non ci si può che indignare sull’enorme patrimonio di esperienze lavorative e di capacità professionali che è andato perduto. Anni e anni di duro lavoro di centinaia di operaie e operai finiti in un sequestro ambientale per inquinamento: quella che era la “Fiat” di Calamari rischia di diventare oggi una “bomba ecologica” che il tempestivo intervento dei carabinieri si spera abbia disinnescato".

Francesco Ugolini