
Ettore Biancalani nella sua casa di Quarrata riadattata per potergli consentire di muoversi meglio. con la carrozzina Qui è insieme ai suoi genitori, Barbara e Cosimo che lo seguono costantemente
QUARRATA E’ un autentico guerriero, quasi fosse fedele allo spirito eroico evocato dal suo nome. Ettore Biancalani, 21 anni, di Quarrata, è paralizzato alle gambe in seguito a un’incidente in una gara di campionato italiano di motocross del 7 settembre scorso. Pur sulla sedia a rotelle, la figura atletica e lo sguardo deciso trasmettono fierezza e voglia di fare. "La prima cosa che ho pensato uscito dai tre giorni di coma – racconta – è che volevo andare alle paralimpiadi di Los Angeles".
Ettore sta già provando con il nuoto alla piscina Cogis di Montale e tra poco partirà per Lignano Sabbia d’Oro per uno stage con la società sportiva ideata da Alex Zanardi dove potrà verificare qual è la disciplina paralimpica più adatta per lui. Intanto però c’è un altro appuntamento, ancora più importante, un intervento chirurgico programmato col neurochirurgo Michele Conti che pratica una tecnica innovativa basata sull’uso delle cellule staminali. L’obiettivo è togliere la cicatrice che si è formata nel punto del midollo lesionato e inserire le staminali per ottenere dei miglioramenti funzionali che potrebbero elevare di molto la qualità della vita di Ettore. L’intervento, che verrà eseguito in una clinica di San Marino, ha un costo notevole, sui 60mila euro in tutto, ed è partita una raccolta di fondi on line nel profilo istagram di Ettore. In prima fila tra i sostenitori c’è la sua società di motocross la Tnt Team e anche i Cavalieri di Rugby di Prato dove Ettore ha militato fin da piccolo prima di optare per i motori.
"Ho conosciuto il dottor Conti – dice Ettore – ho visto il suo centro di riabilitazione a Rovereto e le persone operate con quella tecnica e ho fiducia nella sua competenza". Domandiamo a Ettore se prova speranza, ma a lui questa parola non piace: "Preferisco altre parole – ci dice con fermezza – come dedizione e determinazione". Guarda avanti Ettore e pensa positivo.
Nell’unità spinale di Careggi ha stupito tutti, medici e sanitari, perché non aveva bisogno che gli si facesse coraggio, anzi era lui a trascinare gli altri. Stupefacente una sua telefonata al babbo da Careggi: "Non ci crederai – gli disse – ma sono felice, qui vedo persone che stanno peggio di me e bastavano pochi millimetri perché il danno fosse ancora più grave". Fin dai primi istanti dopo l’incidente fu consapevole della gravità delle sue condizioni: "Babbo sono paralizzato, perdonami" disse a papà Cosimo che fu tra i primi ad accorrere. Gli dispiaceva per il lavoro nell’azienda paterna, un’impresa a Vergaio di Prato per la stampa nei tessuti, dove Ettore da oltre un anno svolgeva diverse mansioni operative che ora ha dovuto lasciare. L’intraprendenza e la forza d’animo sono caratteristiche di famiglia. I genitori Cosimo e Barbara hanno trasformato la loro casa per accogliere il figlio dopo le dimissioni dall’ospedale. Hanno ristrutturato il seminterrato che faceva da garage creandogli un appartamento dove si può muovere con la sedia a rotelle, hanno fatto installare un elevatore, hanno comprato un motorino per agevolare i movimenti sulla sedia e fatto mettere i comandi all’automobile.
"Quando sono tornato a casa era già tutto pronto – racconta Ettore – sono stati fantastici e hanno sostenuto tante spese". Nella famiglia Biancalani si respira un’atmosfera contagiosa di amore e di volontà, quasi che il ricordo di quel maledetto 7 settembre si fosse tramutato in uno spirito agonistico, tipico dello sport. E il pensiero di tutti ora è a Los Angeles. Giacomo Bini