
Il Ministero ha stabilito le date per le amministrazioni elette in pandemia. In provincia ci sono i due Comuni: ritorno alle urne a primavera 2025 e 2026.
In queste settimane le voci sulle opzioni di date utili per il voto nel 2025 si sprecano, ancora di più in Toscana che nel prossimo anno dovrà fare i conti sia con le Comunali ma anche e soprattutto con le Regionali. Per quanto riguarda le Amministrative, però, è di queste ore la pubblicazione della circolare numero 83/2024 del Ministero dell’Interno che fa finalmente chiarezza per il rinnovo per quei sindaci, e annessi consigli comunali, che sono stati eletti nel 2020 e 2021 in autunno, dovendo convivere con la pandemia da Covid-19. Per la nostra provincia, nello specifico, si tratta di Uzzano (nel 2025) e Larciano (nel 2026) mentre non rientra nei giochi Abetone Cutigliano che, dopo il voto del 2021, è già tornata alle urne nella primavera scorsa dopo che la giunta Danti era caduta ad inizio anno. Visto che il mandato amministrativo non si può concludere in anticipo, e quindi non si può rispettare la canonica finestra 15 aprile-15 giugno, per chi andò al voto nel settembre 2020 la chiamata alle urne è spostata alla primavera del 2026 e, di conseguenza, per chi si è espresso nelle urne nell’ottobre 2021 l’appuntamento è spostato tra aprile e giugno del 2027.
Alla luce di questa importante novità, però, adesso ci sarà da capire se ci potranno essere ripercussioni anche sul voto per le Regionali o no: di fronte ad una campagna elettorale che, di fatto, è già partita, tutti sono già proiettati sulla possibilità di recarsi alle urne tra settembre e ottobre del prossimo anno ma se ci fosse la volontà, da parte del Governo in questo caso come è già emerso da alcune riflessioni più o meno pubbliche, di accorpare tutti gli appuntamenti in un unico "Election Day", con benefici per il risparmio per le casse dello Stato e per favorire una maggiore affluenza visto i pesanti crolli delle ultime elezioni in Umbria, Liguria ed Emilia Romagna, allora questo potrebbe essere il lasciapassare per far slittare anche le Regionali alla primavera del 2026 prolungando l’attuale consiliatura di oltre sei mesi e allungando all’inverosimile una campagna elettorale che si preannuncia molto calda.
Questo, però, andando a scongiurare la possibilità di giocarsi molti dei consensi nel mese di agosto quando la maggior parte dei cittadini sono in ferie.