Ecco il matrimonio per l’ex senatrice Masini

Giovedì l’unione civile con la sua Pamela: celebrerà Calenda. "Sul tema dei diritti stiamo assistendo a preoccupanti passi indietro"

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Il suo impegno ufficiale a sostegno di "uguali diritti" ha lasciato un’eco fortissima da quando, un anno fa, luglio 2021, da Palazzo Madama (allora senatrice nelle fila Forza Italia) prese parola in favore del Ddl Zan. Una questione di civiltà, per Barbara Masini, sostenere la causa della comunità Lgbt+ e la necessità di una legge contro l’omotransfobia, lei che in quella occasione con grande emozione e nessun imbarazzo – evidenziando decenni di immobilità del nostro Paese – dichiarò la propria omosessualità: "Quando capì di me mia madre mi disse: ‘Ho paura per te’". Attenuatosi il ‘chiasso’ attorno a quella giornata, archiviato l’impegno istituzionale con il verdetto delle urne nel settembre scorso (candidata con il Terzo Polo come capolista nel proporzionale Piemonte 1, perse per un pugno di voti), oggi è giunto il tempo del sé: il 22 dicembre in Palazzo comunale si sposerà con la compagna di sempre, Pamela.

È emozionata?

"Tranquilla, come sempre. È un percorso naturale, il secondo giro della nostra avventura nata ormai quattordici anni fa. Ed è anche una forma di tutela l’una verso l’altra: l’istituzione delle unioni civili suggella una storia, ma pone anche delle garanzie necessarie".

Parlando di unione civile, un anno fa disse che quello non era tra i suoi obiettivi. Ha cambiato idea?

"Darsi garanzie è necessario. Avrei però sperato dopo tanti anni di parlare di matrimonio egualitario. C’è poi il fatto che dopo i risultati elettorali e la fine del mio impegno in Senato, invece di buttarmi giù ho scelto di ritrovare del tempo per me e continuare a far progetti in positivo".

Citando le sue stesse parole al Senato nel 2021: si sente ancora ‘figlia di uno stato minore’?

"Sì e anche in una condizione di maggiore precarietà rispetto alle conquiste ottenute con fatica nel nostro paese. In generale un po’ ovunque il momento non è oggettivamente favorevole: neanche un mese fa in Russia la Duma ha approvato una legge totalmente discriminatoria che persino impedisce di usare la parola ‘gay’. Ci sono stati dei passi indietro guardando all’Est del mondo. Non penso che nel nostro Paese arriveremo a tanto, nonostante la forte presenza di movimenti come Pro vita & Famiglia. Eppure si continua a parlare di diritti sempre in termine di forte opposizione, con la volontà quasi di creare un nemico. Un paese maturo non si comporta così. E questo mi spaventa: sembra che si voglia deviare dai problemi reali del Paese".

Come hanno reagito le persone intorno a lei dopo il suo coming out?

"Ho ricevuto tanta stima. Il fatto di essere posizionata mi ha aiutata ad essere forte e ad allontanare le persone respingenti. Quando ho fatto quel discorso ho scelto di far uso di uno spazio di libertà importante per i tanti altri che in quel momento non avevano voce. Sono stata anche ferita, certamente. Quel che più mi ha offesa è chi tra i colleghi ha pensato che lo avessi fatto per una forma di esibizionismo. Il disprezzo e la discriminazione anziché il confronto. Speravo in una maturazione della politica che invece non c’è stata".

Zan (Pd) ci riprova e ripresenta la proposta di legge, con qualche modifica, eliminando gli articoli 1 e 4 che poi erano anche quelli che lei stessa aveva ritenuto non necessari. Ci sono indizi che stavolta l’iter si concluda con successo?

"Adesso c’è un altro tipo di maggioranza e non credo che si possa arrivare alla quadra. A meno che non sia il centrodestra a presentare una proposta seria. Ad ogni modo sono contenta che Zan l’abbia migliorata".

Senza la casacca da senatrice, come proseguirà il suo impegno per la causa?

"È stato un bell’impegno in Piemonte e sono felice di aver conquistato il cuore di molti torinesi. Ma mi inorgoglisce il risultato della mia città, dove abbiamo fatto molto più che altrove. È andata così, prendo tutti i segnali in maniera positiva. Si vede che c’era bisogno per me di concentrarmi su altro. Oggi sono responsabile diritti per la segreteria di partito".

Chi celebrerà la vostra unione civile?

"Impegni indifferibili a parte, il mio segretario Carlo Calenda".

Come festeggerete dopo le formalità?

"Con gli amici, secondo una formula molto leggera. Buon cibo, buon bere e una bella festa. In un secondo momento invece con le nostre famiglie".

linda meoni