È già allarme siccità I fiumi hanno sete "Le falde ai raggi X Il livello resta basso"

L’Autorità di bacino dell’Appenino settentrionale definisce al momento la situazione come di "severità idrica media". Quanto accadrà nelle prossime settimane sarà determinante.

È già allarme siccità  I fiumi hanno sete  "Le falde ai raggi X  Il livello resta basso"

È già allarme siccità I fiumi hanno sete "Le falde ai raggi X Il livello resta basso"

"Severità idrica media". È questa l’attuale situazione del nostro territorio secondo l’Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale, che giovedì scorso ha riunito l’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici. È quindi confermato il quadro emerso a marzo e non è ancora il momento di abbassare la guardia, secondo i dati resi noti da vari enti, tra i quali Regioni, Protezione civile, Lamma, Consorzi, gestori del servizio idrico integrato. Il territorio, fanno sapere dall’Autorità di bacino, mantiene in via precauzionale un livello di "severità idrica media": una valutazione che tiene conto delle criticità ancora in essere, con particolare riferimento al deficit di piogge, ai livelli dei principali corsi d’acqua e ai livelli delle falde.

In particolare per la provincia di Pistoia, il ‘punto spia’ per quanto riguarda la situazione delle falde idriche, indica una situazione in linea con quella delle settimane precedenti. Nessuna criticità particolare, dunque, ma grande attenzione a quello che può succedere nelle prossime settimane, soprattutto in previsione dell’arrivo del gran caldo e della statistica diminuzione delle precipitazioni nel corso dell’estate. Anche lo scarso innevamento fatto registrare durante l’inverno – nonostante i colpi di scena di questi ultimi giorni che regaleranno almeno in alta montagna ancora scenari bianchi (vedi servizio a pagina 5) – contribuisce a mantenere alto il livello di attenzione. C’è inoltre da considerare il fatto che, almeno per quanto riguarda l’Appennino pistoiese, la gran parte della neve che si sta sciogliendo in queste settimane finisce nel bacino idrografico emiliano-modenese, anziché in quello toscano-pistoiese.

"L’elemento di preoccupazione maggiore – spiega l’ingegner Isabella Bonamini, dirigente tecnico dell’Autorità – riguarda i livelli della risorsa idrica sotterranea e la riduzione dell’apporto pluviometrico. In Toscana a gennaio è piovuto più della media e più dell’anno precedente; le piogge di febbraio invece registrano una diminuzione del 57 per cento sulla media del mese nel periodo di riferimento (35 mm contro gli 81 attesi). A marzo è piovuto poco meno della media (65 millimetri contro i 79 millimetri attesi, con un deficit medio del 18 per cento). La regione continua a risultare divisa in due settori: uno nordoccidentale (tipicamente il più piovoso) in condizioni di deficit e uno sudorientale, caratterizzato da apporti superiori alla media".

Se si rapporta la situazione all’anno, si ha mediamente un deficit dell’8,6 per cento con una perdita di pioggia di 90 millimetri (918 millimetri contro i 1.004). Se invece il confronto si fa dal gennaio 2022, da cui sostanzialmente ha preso avvio il periodo siccitoso (quindi 15 mesi) si ha un deficit di circa il 18 per cento.

"Gli invasi però – prosegue Bonamini – hanno un’ottima percentuale di riempimento e questo è buon segno. In particolare Bilancino e Montedoglio sono praticamente pieni. Va peggio per gli invasi del Serchio, ma in questo caso il motivo è dovuto a lavori e interventi di manutenzione che obbligano a livelli di riempimento più bassi".