REDAZIONE PISTOIA

Due pistoiesi portano il baskin in Senegal

La fantastica avventura di Federica e Fabio della One Love. Obiettivo: parlare di sport e disabilità, scendendo insieme in campo

Il loro cuore è rimasto in Senegal ed è lì che hanno deciso di lasciare un’importante traccia di sé. Che il ‘mal d’Africa’, quel sentimento di nostalgia di quella terra unica e magica così forte da provocare malessere, esista davvero ne sono prova certamente i due pistoiesi Federica Bolognesi e Fabio Poppi che dal 2017 scelgono questa come meta delle proprie "vacanze".

Un posto nel quale sentirsi utile per gli altri e far bene al proprio spirito. Entrambi associati della One Love, la onlus della nostra città che dal 2010 opera a sostegno dei popoli in disagio sociale ed economico attraverso progetti di cooperazione nazionale e internazionale, e ideatori a Pistoia del baskin, attività sportiva ispirata al basket che affianca sullo stesso campo normodotati e giovani disabili, fisici o mentali che siano, hanno voluto regalare al Senegal il loro impegno anche quest’anno con due progetti pronti a concretizzarsi. "Con One Love stiamo mettendo su il progetto di una specie di centro sociale per i ragazzi disabili, mentre con il baskin abbiamo già raggiunto un piccolo risultato riuscendo a disputare nel dicembre scorso durante il nostro tradizionale viaggio la prima partita di baskin della storia dell’Africa – spiega Federica –. Adesso stiamo coordinando dall’Italia alcuni passaggi sia per il centro sociale sia per il baskin, con la formazione del coach che avverrà in due fasi e che ci consentirà di consegnare tutte le nozioni utili alla pratica di questa disciplina anche nel continente nero".

Un obiettivo importante quello del baskin che oltre a parlare di sport, amicizia e socialità, affronta anche il tema della disabilità, ancora piuttosto tabù in Africa, dove essere disabili spesso equivale ad essere emarginati, peggio ancora nascosti o intesi come manifestazione avversa degli spiriti nei confronti della famiglia. Un modo anche questo per tentare di scardinare credenze tribali che fanno male ai bambini e alla loro crescita, agli adulti e al loro essere comunità e famiglia. L’impegno in Africa di Federica e Fabio con One Love – siamo nel distretto di Fissel, a un’ora di auto dalla capitale Dakar – è totale e i numeri lo raccontano bene: in soli tre anni i bambini che hanno potuto beneficiare di copertura sanitaria grazie al loro instancabile lavoro sono passati da 8-9 a quasi 80. Ora che tutto sul fronte sportivo è fermo al palo in attesa che il virus molli la presa, Federica e Fabio si stanno dedicando anima e cuore a questi nuovi interventi in terra africana, con la speranza di poter andare di persona a seguire tutti i passaggi pur se con mille difficoltà a causa della situazione in atto.

"L’impotenza del momento è avvilente – conclude Federica –, cerchiamo di renderci utili così e ci auguriamo il prima possibile di poter tornare a un pizzico di normalità".

linda meoni