REDAZIONE PISTOIA

Dopo le Ville Sbertoli, i ritratti del dolore

Pittura, fotografia e trash art nel progetto "Keep yourself aliveIo non esisto" di Beatrice Beneforti, giovane artista pistoiese

Un terzo atto, un nuovo capitolo che ancora indaga sull’io, sul disagio, su una dimensione astratta eppure esistente e che tenta di raccontare per immagini la malattia mentale, attraverso le storie personali di chi questo malessere lo vive in prima persona. Un’indagine profonda che presuppone una conoscenza tutt’altro che superficiale per Beatrice Beneforti, giovane artista pistoiese che attraverso una serie di strumenti espressivi – pittura, fotografia e trash art, quella che cioè prende vita dai rifiuti – racconta così sé stessa e le storie che popolano quel mondo che più la affascina. Un terzo atto dicevamo, quello che vedrà l’alba nel nuovo anno e che si aggiunge a due narrazioni già esistenti: la prima, che racconta le vicissitudini di Domenico, volto popolare a molti pistoiesi che pratichino il centro città, uomo di mezza età in passato accolto per sei anni in quello che fu il manicomio cittadino, le Ville Sbertoli. Una serie di scatti malinconici che lo ritraggono tra luci e ombre nella sua quotidianità parlano di lui, della sua grande dignità e semplicità. E poi c’è la storia di Paolo, anche lui "ex" delle Ville Sbertoli, le cui sofferenze Beatrice restituisce in una sorta di matrimonio artistico tra disegni, foto e scritti.

"Un viaggio che si inserisce appieno in quel puzzle che vuole dipingere quanto di più complesso ci sia, il passato, l’ormai inesistente, la realtà del manicomio cittadino. Fotografia documentaria insomma, ma non solo, in un’esperienza toccante anche per la stessa Beatrice. Il progetto, dal titolo "Keep yourself aliveIo non esisto", è sbocciato in una prima mostra a Bologna per quel che riguarda gli scatti di Domenico, in una seconda per quel che riguarda la storia di Paolo allestita in una piccola e suggestiva chiesa in provincia di Lucca, a Bagni di Lucca. "Lavoro alla malattia mentale da più di tre anni – racconta Beatrice –, la ricerca su questo tema mi affascina moltissimo. Incontrare le persone mi piace moltissimo, ascoltare le loro storie. A questi primi due capitoli se ne aggiungerà presto un altro al quale sto già lavorando: riguarda una paziente femmina, anonima, anche lei pistoiese, i cui diari sono emersi dagli archivi. L’idea è far diventare questo nuovo atto una mostra, in aprile prossimo". Diplomata in pittura all’Accademia di belle arti di Firenze, una laurea in fotografia all’Accademia di Bologna, nel passato di Beatrice un paio di progetti per nomi eccellenti, dal mantello di rifiuti rivitalizzati indossato da Fiorello al Sanremo 2021, alle decorazioni dei pianoforti di Laura Pausini e Biagio Antonacci nel 2019 durante il loro tour. In questo ultimo progetto tutto pistoiese ha voluto essere affiancata dal contributo artistico di Alessandro Gonfiantini, musicista e artista 34enne.

"Lavoro sul legno – racconta lui –, materia eternamente viva e imprevedibile. Sul legno ho ritratto alcuni di quelli che furono pazienti delle Sbertoli. Ho avuto due maestri di grande caratura quali Nilo Biagini e Giuseppe Gavazzi, a loro devo quel che ho imparato in tema di scultura".

linda meoni