Diamante, un’archeologa tra le caprette "Amo la Storia, ma ho scelto gli animali"

Dallo studio della stratigrafia muraria medioevale all’azienda agricola a Villa di Saturnana, dove ha imparato a fare il formaggio

di Lucia Agati

Parla delle stratificazioni murarie del Medioevo come se quel tempo le appartenesse, come se l’avesse vissuto, come se fosse stata una dama nella vastità silenziosa dell’anno Mille. La sua competenza le conferisce l’autorevolezza della studiosa, di chi sa leggere carte che per altri sono un insondabile mistero e da cui lei, invece, ricava il modo per ricostruire la Storia. Ma la sua splendida tesi magistrale sulle pievi rurali della Valdibure, da Pistoia a Fontana Taona, è sugli scaffali della libreria. Diamante Santini, nata a Pistoia il primo marzo del 1996, ha chiuso in un cassetto il sogno dell’archeologia per dar vita a una piccola impresa dal sapore antico in un paese antichissimo, Villa di Saturnana, dove ha aperto il più piccolo agriturismo di Pistoia e dove alleva le caprette per fare il formaggio. Le fanno compagnia due mucche, Dorotea e la sua cucciola Bambi, il cane Ragù e due asinelli, Brigidino e Maddalena, di cui lei, ogni giorno, da mattina a sera, si prende cura. La sua minuscola azienda agricola, ormai assai conosciuta, evoca fiabe. Si chiama “Ninfe di bosco“.

Quali sono stati i suoi studi?

"Ho studiato al liceo classico Forteguerri e poi, all’università, ho scelto archeologia medioevale, è caratterizzata dalla stratigrafia muraria e quindi non dagli scavi. La prima tesi l’ho preparata sulla Pieve di Groppoli, dove ho ricostruito il cantiere anche attraverso i documenti che attestavano il riconoscimento delle giornate lavorative".

E la laurea magistrale?

"La laurea magistrale invece aveva lo scopo di capire le scelte della committenza di San Giovanni in Valdibure, molto atipica per il pistoiese. Ho cercato le tracce del legame che ci poteva essere tra una pieve così strana e Fontana Taona".

C’è un legame tra la sua preparazione storica e la sua scelta di vita?

"Questo è stato il frutto del mio grande amore per la Storia. Mi sono immersa in un mondo antico, quello dell’archeologia medioevale, che è molto avanti rispetto all’archeologia classica. Tuttavia non ci sono legami apparenti tra l’archeologia e la mia scelta di vita, se non fosse che anche Villa di Saturnana è un borgo molto antico, e Saturnana stessa è citata nel diploma di Ottone III, e siamo nel 998".

E quando invece si è fatta strada l’idea di dar vita a un’azienda agricola?

"L’amore per la Storia e per la Natura comunque hanno seguito linee parallele. Quando ho finito il liceo classico il mio babbo, Lamberto, mi ha regalato due caprette, perchè ho sempre amato gli animali. Nel 2015 ho partecipato al bando del Psr, il pacchetto per lo sviluppo rurale per i giovani che partivano da zero. Serviva a rivitalizzare un territorio dove non c’era niente. Un’occasione per ridare vita a piccoli borghi come Villa di Saturnana, che fino ai primi anni Duemila era completamente abbandonato e ora invece c’è la caccia alla casa".

Quanto è stata importante la sua famiglia?

"Qualcosa ho ereditato anche dalla nonna Dorina Elmi, che qui aveva alimentari e ristorante. Si chiamava “La capannina“. E tutta la mia famiglia comunque ha avuto e ha un ruolo molto importante in questa mia impresa. Tutti mi hanno aiutato: il babbo, la mamma Paola, mia sorella Celeste".

Qual è dunque la sua attività?

"Ho un caseificio agricolo, cioè trasformo soltanto il latte delle caprette. Sono 47, compresi i caproni Gastone e Leopoldo. La mucca Dorotea invece sopperisce la mancanza stagionale del latte di capra, come in questo periodo. Il formaggio caprino puro, per esempio, è molto richiesto per le persone intolleranti. Ho quasi ottenuto il riconoscimento di fattoria didattica dopo aver frequentato un corso regionale".

Quali aspetti sono irrinunciabili?

"La cosa importante per me è che si comprenda che qui si rispettano i ritmi della natura, che siamo stagionali e che i prezzi sono annuali. Non c’è tutto, non c’è subito e non c’è sempre, e quindi c’è bisogno di chiamare e prenotare".

Come ha imparato a fare il formaggio?

"Per imparare a preparare i formaggi sono andata dai vecchi pastori, ho frequentato i corsi ufficiali e le lezioni dai casari itineranti".

Chi accoglie nel suo piccolo agriturismo?

"L’agriturismo ha una sola camera, costantemente occupata per tutto il periodo dell’anno. Davanti alla casetta c’è un idromassaggio con l’area relax dalla quale si può ammirare un panorama incantevole che arriva fino a Firenze. I social mi hanno sospinto, soprattutto Instagram e da me arrivano gli italiani, ma anche i tedeschi e gli olandesi".