D’alabastro e di pietra, le donne di Leonardo

Da venerdì nelle Sale Affrescate la prima mostra antologica di Begliomini, scultore de Le Piastre, che racconta la forza femminile

D’alabastro e di pietra, le donne di Leonardo

D’alabastro e di pietra, le donne di Leonardo

E’ un luogo dove siamo già stati. Lo conosciamo. Tutto ci è familiare nelle figure femminili disegnate, dipinte e scolpite da Leonardo Begliomini. Percorrendo la mostra scivoliamo in un mondo archetipico che ci parla attraverso la memoria antica. Ci sussurra della Grande Madre e ci racconta la forza che sprigiona la Vita. Sarà una vera, grande sorpresa l’inaugurazione, venerdì 19 aprile alle 17.30, nelle Sale Affrescate, al piano terra del Palazzo Comunale, in Piazza del Duomo, della mostra "Donne forti" che racconta tutta la vita artistica di uno scultore di Montagna la cui mano è stata sicuramente, a sua volta, scolpita dal vento e dal freddo, ma capace, nel suo viaggio di mezzo secolo, di una intensità e di una tenace tenerezza che trasudano da ogni materiale utilizzato: la carta, la pietra, il marmo verde che non si trova più, quello della bicromia romanica pistoiese, e l’alabastro, che ci parla della luce e parla al cuore, e fino al legno. C’è molta emozione alla vigilia di questa apertura ed è facile capire perché: in tutti questi anni Leonardo Begliomini ha lavorato nel silenzio del suo studio sui monti e questa è la prima volta che le sue opere vengono esposte al pubblico in un’antologica che corre parallela alla sua vita. Una vita intensa, la sua.

E’ nato il 19 marzo del 1949, a Le Piastre, figlio di Vittorio, conosciuto come Pippo, nato nel 1910 che dipingeva e aveva studiato storia dell’arte, ma quando suo padre morì dovette fare l’imbianchino e il decoratore e iscrisse Leonardo alle commerciali. "Sotto c’era la scuola d’arte, e io soffrivo – ci racconta –. Poi mi iscrisse a un istituto tecnico chimico di Rosignano Solvay. Ma finalmente ci arrivai, al Petrocchi, sezione arte del legno, e conobbi Edoardo Salvi, Paolo Tesi, Giovannelli, Canigiani e Semplici. All’Accademia sono stato allievo di Primo Conti e poi mi sono iscritto ad architettura. E quindi ho insegnato arte alle medie, allo scientifico e al Pacini. La mostra racconta la mia scelta di dedicarmi alla scultura dopo la pittura. E’ un susseguirsi di scelte. Perchè la pittura mi sembrava che non avesse sufficiente forza espressiva. Le opere esposte sono state realizzate dal 1985 a oggi. Il titolo lo ha scelto mio figlio Nicolò. Il mio intento è raccontare le donne che creano equilibrio, nella vita e nella famiglia. Nella maturità lavoro il legno perchè è meno faticoso, ma ho scolpito il cemento fuso, l’alabastro e la pietra della montagna pistoiese, che è chiusa nel vento".

L’iniziativa è dell’Associazione Ecomuseo della Montagna Pistoiese con il sostegno dei Comuni di Pistoia e San Marcello Piteglio, con Fondazione Pistoia Musei e con il patrocinio di Provincia di Pistoia e Regione Toscana. Il percorso artistico del pittore e scultore de Le Piastre trae spunto dalla scuola pistoiese del Novecento e da artisti quali Pietro Bugiani, Sigfrido Bartolini, Umberto Mariotti, Valerio Gelli e Jorio Vivarelli: "Ma con il passare del tempo – si legge – si apre verso orizzonti nazionali e internazionali facendo riferimento al tedesco Ernest Barlach e agli italiani Domenico Rambelli da Faenza e Giuseppe Gorni di Mantova, per arrivare a Henry Moore.

Le "Donne forti" di Leonardo sono le figura femminili dei primi del Novecento, quando gli uomini erano costretti a partire dai paesi della montagna per la Maremma, la Sardegna o la Corsica per lavorare come carbonai, lasciandole sole con i figli e le tante responsabilità. Un tema che si inquadra nei temi fondanti dell’Ecomuseo: la memoria quale radice dell’identità, il rapporto con l’ambiente e la conservazione del patrimonio immateriale di tradizioni e narrazioni fissati nella pietra. Il catalogo (Metilene Edizioni) ha un testo critico di Edoardo Salvi e uno storico di Federico Pagliai, una biografia ragionata di Anna Maria Iacuzzi e le testimonianze di Paolo Tesi, Fabrizio Zollo, Siliano Simoncini, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Saulo Begliomini e Umberto Semplici. La mostra, a ingresso libero, è aperta fino al 19 maggio 2024, da martedì a domenica e festivi (giovedì 25 aprile e mercoledì 1° maggio), dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Chiuso il lunedì.

lucia agati