LUCIA
Cronaca

Dai "Vespri Siciliani" alla Suprema Corte

Il giudice Alessio Scarcella racconta le tappe della sua prestigiosa carriera e spiega il disegno di legge contro lo sfruttamento dei lavoratori

Lucia

Agati

E’ stato appena designato a comporre le sezioni unite penali, il più alto organo della giurisdizione italiana. E’ nel cuore della Giustizia. Per il giudice Alessio Scarcella, Consigliere della Suprema Corte di Cassazione, una delle personalità pistoiesi di maggiore prestigio, il coronamento di una carriera straordinaria, condotta in punta di piedi, con assoluta umiltà, con il sostegno di una memoria prodigiosa, della sua capacità di rinunciare al tempo libero e, soprattutto, della sua famiglia.

Le sue radici sono siciliane...

"Sono nato a Palermo il 22 agosto del 1966. Mia madre è morta quando avevo un anno e mezzo. Di lei ho soltanto le fotografie. Poco dopo, con mio padre e mia sorella, ci siamo trasferiti a Siracusa, dove mio padre dirigeva la filiale della Olivetti. Si è risposato quando avevo poco più di sei anni e così ho avuto anche io una mamma, Lucia, anche se mia sorella Elvira, che aveva dieci anni più di me, ha compensato la perdita. Molti anni dopo, nel 2007, l’ho perduta. Elvira aveva 49 anni. Mamma Lucia mi ha cresciuto, e ha creduto in me. E’ stata una parte importante della mia vita e per questo mia figlia si chiama Lucia, ci tenevo che portasse il suo nome. Babbo Benito e mamma Lucia oggi sono qui con me, a Pistoia".

Che ricordo ha di Siracusa?

"Bellissimo e sono riuscito a recuperare anche gli amici grazie alla chat del liceo classico. Ho studiato giurisprudenza a Catania, poi ho fatto il militare: ufficiale di complemento, in parte a Cesano di Roma alla Scuola di Fanteria e Cavalleria e poi al Battaglione motorizzato fanteria, di stanza a Catania. Nel frattempo, studiavo e mi preparavo per i concorsi. Entrai nella Polizia di Stato come Vicecommissario. Era il 1991 e fui assegnato nell’agosto 1992 a Vicenza, ma subito fui inviato a far parte dell’Operazione Vespri Siciliani, in aggregazione alla Squadra Mobile di Palermo. Raggiungemmo Palermo in nave, da Genova. Avevo un contingente di centoventi persone con me. Quando arrivammo al porto di Palermo sulla prima pagina del Giornale di Sicilia c’erano le foto di tutti i funzionari appena assegnati. Ci sentimmo dei bersagli".

E della missione a Palermo?

"Furono quattro mesi intensi. Il capo della Mobile era Arnaldo La Barbera, con lui ho fatto i primi passi da poliziotto vero. Fu un corso intensivo di vita e di professione. Gli ordini di servizio ci venivano consegnati in busta chiusa. Era un’attività delicata. Ispezioni, perquisizioni, sequestri, irruzioni. Intanto mi preparavo agli orali di magistratura perchè ad aprile del 1992 erano arrivati i risultati degli scritti".

Quando è arrivato a Pistoia?

"Gli orali furono nel dicembre del 1992. Tornai a Vicenza e, il 2 luglio 1993, iniziai i miei quindici mesi di tirocinio in Corte d’appello, a Catania, e poi il primo incarico, grazie al posizionamento tra i primi della graduatoria del concorso, a Pistoia. Era il 10 ottobre del 1994 ed ero uno dei due pretori con Giovanni Perini. Presi il posto di Domenico Gallo, eletto alle suppletive. Gestivamo il ruolo di Pistoia, Monsummano e Pescia. Il Pretore dirigente era Gianfranco Mannini, il Procuratore della Repubblica era Rocco Bitonte. Due magistrati di elevato spessore. Per un anno ho vissuto da solo e poi mi sono sposato con Anna Napoli, il mio grande e paziente sostegno, insieme a nostra figlia, giunta ad allietare la nostra vita nel 2004. Dopo l’unificazione del ’99 c’è stato il passaggio in tribunale e a Pistoia sono rimasto fino al 22 giugno del 2007".

Chi le è rimasto nel cuore?

"Una delle figure più profonde è stata quella di Giovanni Signorelli, era il presidente della sezione penale, un uomo dalla preparazione vastissima, dotato di equilibrio e pazienza nell’affrontare qualsiasi questione. Da lui ho imparato a giudicare in collegio. Ho capito cosa significa il dialogo e il confronto".

Quale valore attribuisce oggi all’esperienza pistoiese?

"E’ stata una palestra per la varietà dei temi trattati. Mi ha spinto ad approfondire le questioni ambientali, e per questo ringrazio gli avvocati di Pistoia. Mi è servita per approfondire le tematiche che oggi tratto in Cassazione dove sono dal 2007, dopo il concorso per accesso all’ufficio del ruolo e del massimario, l’ufficio studi, là dove si estrapolano i principi di diritto dalle decisioni delle singole sezioni, le linee guida per i giudici di merito e le relazioni su tutte le novità e le ricadute delle norme".

Ma c’è stata una parentesi...

"Nell’aprile del 2012 il ministro della Giustizia Paola Severino mi chiamò a dirigere l’Ufficio Affari Internazionali del ministero della Giustizia, durante il governo Monti. Tenevo i rapporti con le rappresentanze diplomatiche e i consolati e preparavo i testi da discutere per il Ministro. Ho assistito Paola Severino in tutte le trasferte internazionali: in Russia, in Usa, ospiti del dipartimento di Stato, dove ho incontrato Mario Cuomo, giudice della Corte Suprema. Poi ci fu la trasferta a sorpresa da Bruxelles a Kabul, per il ponte dell’Immacolata, nel 2012. Il 17 ottobre del 2013 sono diventato consigliere della Corte di Cassazione. Oggi faccio parte della III sezione penale, che si occupa di reati ambientali, legislazione speciale, prevenzione degli infortuni e reati in materia di soggetti deboli. Parallelamente ho continuato l’attività pubblicistica e di approfondimento scientifico".

A quale disegno di legge ha lavorato?

"Dal 6 ottobre 2021 sono consulente della commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, presieduta dal senatore Gianclaudio Bressa. Siamo quattro consulenti. E’ stato messo a punto un disegno di legge sui principali problemi e sulle condizioni di lavoro del nostro paese. Noi abbiamo contribuito a elaborarlo ed è stato presentato il 25 maggio 2022, nella sala capitolare del senato, al ministro del lavoro Orlando, al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro e al presidente della commissione lavoro del senato. I riferimenti sono: Atto Senato 2628 Bressa e altri, il testo è a disposizione. Non ha colore, tutti i gruppi di ogni schieramento sono firmatari del testo".

Qual è il focus?

"Dettare disposizioni per tutelare il lavoro nei casi di uso di piattaforme digitali e contrastare i fenomeni di sfruttamento. In prima persona ho curato gli aspetti penalistici. Confidiamo che venga approvato in tempi brevi. E’ una legge che ci darà la possibilità di combattere il fenomeno delle cooperative spurie che reclutano in particolare gli immigrati per pochi mesi per farli lavorare in condizioni inaccettabili. Il reato è la somministrazione fraudolenta del lavoro, con pene fino a sei anni. Così combattiamo il caporalato e la sanzione, e questa è una assoluta novità, è estesa a chi utilizza il lavoratore sfruttato".