ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Notte di nozze in ospedale. "Ballavamo, poi la nebbia. Ma l’abito da sposa ha attutito la caduta"

Il racconto dei due festeggiati: è terribile sentirsi mancare la terra sotto ai piedi La coppia sotto choc in ospedale, le telefonate a parenti e amici: state tutti bene? La foto con la flebo attaccata al braccio, poi in giornata sono stati dimessi

Pistoia, 15 gennaio 2024 – “Non è possibile, è crollato tutto. Come stanno gli altri?". Lui cerca di sdrammatizzare. Ironico come solamente i fiorentini sanno essere, anche – e di più – nelle situazioni difficili. Lei è sotto shock, attaccata al cellulare. Preoccupata, vuol sapere come stanno parenti e amici invitati al matrimonio. Pochi minuti prima ballavano insieme. Poi sono stati inghiottiti, sprofondati improvvisamente nella circolare voragine che si è aperta nel solaio dell’ex convento di Giaccherino, una specie di luogo delle favole che un vortice di secondi ha trasformato in un incubo. Nel polverone si erano persi, poi si sono cercati e ritrovati.

Il clima è del terrore. Lo testimoniano le chiamate disperate degli ospiti al 112 che si susseguono. Tra voci maschili e femminili si chiede aiuto per almeno trenta persone sprofondate, alcune non coscienti. Di sicuro sarà una notte indimenticabile. Anche se non come l’avevano sognata. La prima notte di nozze per Valeria Ybarra e Paolo Mugnaini esce fuori dai binari del canone romantico. Stretti stretti, non nell’estasi d’amor ma in un posto letto d’ospedale reso eccezionalmente matrimoniale dai sanitari che richiamati in servizio con l’attivazione dello stato di maxi emergenza si sono prodigati nel prestare le cure e anche il sostegno psicologico in un frangente così particolare.

La coppia di sposini ventiseienni di Scandicci, nell’hinterland fiorentino, è passata in pochi secondi dalla gioia al dramma. Scansando la tragedia con l’aiuto del Cielo. Al numero unico dell’emergenza le richieste di soccorso: "È ceduto il solaio mentre ballavano tutti in pista, ci sono persone ferite ma c’è tutta una nebbia". Un ragazzo si dispera. L’emergenza si attiva. Le chiamate non cessano. Un’altra ospite, con accento spagnolo singhiozza implorando aiuto. La fila di ambulanze arriva, arrampicandosi per le stradine della collina pistoiese. Dei duecento invitati alla festa ne era rimasta una sessantina, perché era l’ora di scatenarsi nelle danze.

Negli androni del pronto soccorso c’è un ospite inatteso. Che scintilla di nuovo come l’abito di Cenerentola, il vestito da sposa. Appeso. Bianco non più latteo, come i camici dei dottori, ma bello da morire. Si è commossa Valeria, originaria di Houston nel Texas, quando ha visto le infermiere ripulire quel vestito ricamato di lustrini dalla polvere dei calcinacci che le erano rovinati addosso. Quella soffice nuvola che probabilmente ha attutito gli effetti della caduta. Hanno solo qualche graffio, Valeria e Paolo. Lui per scongiurare danni peggiori è passato sotto le macchine della radiologia, ma nulla di grave. Passerà anche il dolore.

La zia dello sposo racconta di aver visto "Valeria sprofondare nel vuoto insieme all’amica incinta e ad altre persone" mentre tutti ballavano felici e la musica continuava a suonare prima di essere coperta dalle grida.

Loro sono belli, bellissimi. Anche ammaccati. Si lasciano fotografare con la flebo attaccata al braccio. Come avano fatto davanti alla torta spumosa di panna, cioccolato e fragole a quattro piani. Come avevano fatto intrecciando le braccia nel più iconico dei brindisi nuziali. Come avevano fatto per il bacio più lungo, scambiandosi le fedi la mattina in chiesa. Vicini vicini.

"Certo che abbiamo avuto paura, è terribile quando ti senti mancare la terra sotto i piedi – raccontano in pronto soccorso – Non c’è stato il tempo per pensare". Risucchiati dal vuoto. E’ andata bene. Sanno bene ciò che è davvero importante. Lei e Paolo sono vivi, hanno solo qualche ferita ma si domandano "perché è successo proprio a noi". Anche se sono consapevoli di quel che poteva essere e di ciò che poteva accadere di peggio ai loro amici, ai loro familiari. Due sono ancora ricoverati in prognosi riservata. Valeria e Paolo si tengono per mano nei due letti vicini e si sorridono: dopo le indagini sanitarie vengono dimessi, ancora non è scoccata la mezzanotte quando il medico firma le dimissioni.

Paolo Mugnaini ha frequentato l’istituto Russell Newton a Scandicci, si è laureato in ingegneria all’Università di Firenze e insegna in una scuola superiore del capoluogo toscano. Ha otto tra fratelli e sorelle e la sua famiglia è molto nota a Lastra a Signa, nel Fiorentino, perché legata alla comunità neocatecumenale di Scandicci e alla chiesa di San Bartolomeo in Tuto. I genitori di Paolo sono entrambi psicologi. Valeria Ybarra invece è originaria di Houston, negli Stati Uniti. Ha studiato all’università del Sussex e poi in Italia, alla Luiss, ed è una manager. Resta l’amaro, il dolore, le tante cose da chiarire. Ora la vita va avanti. Insieme. Se lo sono promesso, Valeria e Paolo.