"All’ospedale San Jacopo mi hanno salvato la vita dopo l’incidente in moto". Luca Lo Presti è tornata a casa dopo 45 giorni all’ospedale durante i quali la terapia intensiva e il setting chirurgico del San Jacopo hanno dato il meglio di sé in termini di competenza e di coordinamento. Il chirurgo dottor Massimo Fedi ha eseguito un intervento al fegato eccezionale per complessità, preceduto e seguito da trattamenti di straordinaria efficacia compiuti dalla terapia intensiva diretta dal dottor Giuliano Michelagnoli. E’ stato un lavoro di gruppo in cui ogni medico, infermiere e operatore ha contributo ad un risultato straordinario date le condizioni disperate in cui si trovava il paziente al momento del ricovero.
"L’incidente è successo mentre tornavo da un giro in moto con gli amici – racconta Luca Lo Presti –mancavano poche curve per arrivare a casa quando ho perso il controllo del mezzo e sono finito contro un muretto. All’inizio mi sono alzato e ho fatto qualche passo. ma subito ho avvertito un tremendo dolore all’addome. L’ultimo ricordo è quello in ambulanza poi più nulla". Il manubrio della moto si era conficcato nell’addome e aveva prodotto un grave danno al fegato del giovane. "Quando mi sono svegliato, dieci giorni dopo – racconta Luca – ero in terapia intensiva e non respiravo più autonomamente, avevo vari drenaggi, non parlavo e facevo anche la dialisi. Ho capito che venivo tenuto in vita dalle macchine e che non avevo speranza. Sono esperienze che è dura ricordare ma che ti insegnano anche molto, ti fanno vedere la vita in un’altra prospettiva. Grazie ai medici e agli infermieri ho trovato la forza di combattere e anche grazie ai miei familiari: quando ho riacquistato la voce le prime parole che ho detto e che amavo la mia ragazza e la mia famiglia".
L’intervento, anzi, gli interventi chirurgici del dottor Fedi sono stati determinanti. "Il dottor Fedi è stato coraggioso – dice Luca – poteva rassegnarsi alla difficoltà della situazione invece ci ha creduto e ha fatto qualcosa che tutti definiscono epocale. Quando mi sono svegliato e ho potuto conoscere il chirurgo e stringere la mano all’uomo che mi ha salvato è stata un’emozione indescrivibile". Luca è stato operato più volte eseguendo un packing epatico (praticamente il fegato è stato compresso con delle garze) che è stato rimosso dopo tre giorni e, successivamente, raggiunta una stabilità emodinamica, è stata eseguita una resezione epatica sull’area ischemica. Il decorso post-operatorio in terapia intensiva è stato lungo un mese e caratterizzato da numerose insufficienze d’organo che hanno richiesto diversi interventi specialistici dei medici, sia per l’insufficienza respiratoria, che per quella epatica e quella renale (tra cui tracheotomia temporanea ed emofiltrazione ad alto cut-off).
Ma adesso Luca sta bene e ringrazia tutti. "le équipe infermieristiche sono state grandiose – dice – e anche i medici, ovviamente. Il dottor Michelagnoli ha fatto di tutto per restituirmi l’autonomia respiratoria e il dottor Fedi trovava anche il tempo per portarmi a passeggiare in carrozzina nei corridoi". I ringraziamenti iniziano dal pronto soccorso diretto dal dottor Mirco Donati con il coordinamento infermieristico della dottoressa Cristina Cascini, proseguono con la terapia intensiva diretta dal Dottor Giuliano Michelagnoli con la dottoressa Nadia Cutini coordinatrice infermieristica, con l’area anestesia e rianimazione del diretta dal dottor Guglielmo Consales, nell’ambito del Dipartimento di Emergenza e Area Critica diretto dal dottor Simone Magazzini. " Questo ulteriore intervento di eccellenza – dichiara il dottor Sandro Giannessi, direttore di Chirurgia Generale a Pistoia – testimonia che il Centro di Chirurgia Epatobiliare oltre a trattare patologie ad alta complessità, come quelle oncologiche è in grado di intervenire efficacemente anche sulle urgenze". "Siamo orgogliosi del risultato – commenta la dottoressa Lucilla Di Renzo, direttrice della rete ospedaliera – grazie all’elevata competenza della medicina d’urgenza, chirurgica e di terapia intensiva".
Giacomo Bini