Coperte colorate per i senzatetto e per i canili "I ragazzi di Fody, allegri e instancabili"

Luca Freschi, ideatore della start up superpremiata, racconta come è nata e come si svolge l’attività nel laboratorio di Sant’Agostino

di Lucia Agati

Il fody è un uccellino tessitore che vive in Madagascar e costruisce il suo grande e variopinto nido con tutti i materiali che trova. “Fody” non è un nome scelto a caso quindi per la start up che ricicla gli scarti dei filati e li trasforma in coperte salvavita. Una giovane impresa pistoiese che si prepara a realizzare, entro il 2030, un milione di coperte che saranno donate ai senzatetto, ai rifugiati e ai canili. E ora che l’inverno è arrivato si lavora a ritmo ancora più serrato nel laboratorio di Sant’Agostino, dove sono le mani di ragazzi e ragazze con alcune fragilità a realizzare le coperte. Come in ogni azienda c’è un manager che ha ideato e avviato questo meccanismo che combina l’impresa con la solidarietà e fa di Fody una start up innovativa benefit dove, cioè, il profitto non è l’unico obiettivo. La mente di tutto è Luca Freschi, nato a Pistoia il 25 dicembre del 1987. Alle spalle una formazione psico-pedagogica al liceo Forteguerri, studi in economia e tanta passione per lo sport, salto a ostacoli, soprattutto, che ha praticato a lungo. Quindi non c’è barriera che lo spaventi.

Come è iniziata questa avventura?

"Con una applicazione che, per la prima volta, ha consentito a tutti coloro che hanno animali domestici di accedere, in rete, e quindi ovunque, a una vasta gamma di servizi che vanno dalla toelettatura, al veterinario, al servizio fotografico. Si chiama Kpet ed è su questa che si è poi innestata la start up Fody che si estende ben oltre i confini pistoiesi, dando la possibilità di lavorare a mille persone svantaggiate".

Chi sta lavorando per Fody attualmente?

"Nel nostro laboratorio di via Salvatore Quasimodo, a Sant’Agostino sono all’opera dodici fra ragazzi e ragazze dell’associazione Il Sole adp. In tutto le persone impiegate sono trenta, le altre fanno parte di un team in cui ognuno ha la sua competenza".

Qual è il suo compito?

"Il mio ruolo, la mia specializzazione è progettare e costruire modelli di imprese innovative che trovino il loro assetto migliore anche in vista dell’impatto ecologico. Il raggio di azione comprende anche volontari coordinatori e attigiani".

Quando è nata Fody?

"Fody è nata il 4 luglio del 2022, dopo un anno e mezzo di incubazione dentro Kpet srl. Il progetto è stato prima divulgato. Abbiamo parlato della nostra attività e di quanti chili di tessuto abbiamo trattato nella fase pilota: cinque tonnellate e altrettante dopo".

Qual è l’intento dell’azienda?

"La filosofia è il trattamento del materiale di scarto, e la vicinanza di Prato è stata determinante. Lavoriamo lo scarto di filiera prima che diventi rifiuto speciale. Si tratta quindi di prevenzione".

Quali sono le fasi di lavorazione?

"Si raccolgono le bobine che vengono portate in via Quasimodo e qui documentate e selezionate per dimensioni e materiale e poi assegnate alle destinazioni e quindi lavorate. Dopo la scelta del materiale c’è la misurazione, la piegatura, la rifinitura, l’etichettatura e la confezione. A Pistoia abbiamo già realizzato e donato più di diecimila coperte".

E qual è lo spirito del laboratorio?

"Dare valore a quello che non ce l’ha più e impiegare persone che non vengono considerate forza-lavoro, ma che per noi sono importanti e che tirano fuori un potenziale pazzesco: arrivano silenziosi, in punta di piedi, e poi sono l’anima della festa. Riusciamo a collocare chi ne ha bisogno e rapidamente imparano a usare le attrezzature, acquisendo così abilità aggiuntive. Lo mostro a tutti il laboratorio, è il mio orgoglio".

Com’è stato l’impatto con le famiglie dei ragazzi?

"E’ stato forte. Mano a mano che il progetto andava avanti ci aiutavano a diffondere il messaggio. Per la prima volta potevano contare su una iniziativa che non occupasse semplicemente il tempo dei loro ragazzi, ma che li impegnava in una vera e propria attività lavorativa e con l’opportunità concreta di un posto".

Quali sono le altre attività?

"Una parte del materiale trattato viene trasformato in prodotti ecosociali ed ecosostenibili, inoltre realizziamo gadget per le aziende. Abbiamo confezionato 700 copripanettoni e le coperte per i locali all’aperto in piazza della Sala. Inoltre ci mettiamo a servizio delle aziende che sponsorizzano campagne d’impatto e che vogliono migliorare il proprio profilo di sostenibilità e questo anche inserendolo sul nostro profilo web".

Cosa la rende orgoglioso?

"Siamo tra le cinque start up selezionate a livello nazionale per essere inserite nel Prisma (Prato industriale start accelerator), un programma per facilitare modelli innovativi nell’industria tessile. Abbiamo inoltre ricevuto il Premio Cambiamenti con Cna, con le menzioni speciali per innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale".