Commercio, il settore in forte crisi: "Ci sono più cessazioni che nascite"

L’allarme di Confesercenti: "Sono urgenti interventi che incentivino la nascita d’imprese". Tutti i dati

Commercio, il settore in forte crisi: "Ci sono più cessazioni che nascite"

Commercio, il settore in forte crisi: "Ci sono più cessazioni che nascite"

Un segno meno che suona come un campanello d’allarme. Dai dati aggiornati al 31 dicembre scorso arriva un chiaro segnale che è ragione di preoccupazione: sono iscritte 7159 imprese. 273 nate e 541 cessazioni. Il saldo negativo è di 268 unità. Secondo il direttore Confesercenti, Riccardo Bruzzani, i dati su base annuale evidenziano "un crollo del settore del commercio, a conferma di quanto Confesercenti aveva già affermato nei mesi scorsi". Il fenomeno della penalità delle imprese è preoccupante. "Come può crescere l’economia e l’occupazione?", si chiede Confesecenti. Partendo, appunto, da un’analisi accurata dei numeri di settore. Il commercio di vicinato è in grave crisi.

"La ristorazione, che ancora funziona, denota una forte selezione – dice il direttore – : non c’è più il trend di crescita nelle diverse tipologie, ma anche qui troviamo un saldo negativo di quasi cento esercizi in un anno.

Sono urgenti interventi che incentivino la nascita d’imprese". Come agire? "Fondamentali sono innovazione e processi sostenibili – spiega Bruzzani –. Gli incentivi per l’autoimpiego contenuti nel decreto Coesione previsti dal governo possono essere utili ma se si allarga la platea dei beneficiari, levando il limite di età almeno a 40 anni. Anche gli incentivi per l’autoimpiego contenuti nel decreto Coesione possono essere utili, ma se si allarga la platea dei beneficiari, elevando il limite di età almeno a 40 anni. Le neo imprese devono essere accompagnate per renderle in grado di competere nel mercato".

"Oltre a incentivare la nascita di nuove imprese è importante consolidare e far restare sul mercato le imprese esistenti – conclude Bruzzani – . Le misure per l’autoimprenditorialità ha bisogni di percorsi di formazione e tutoraggio. Oggi in un mondo cambiato bisogna pensare in modo nuovo di fare impresa. Occorre un progetto per ricostruire la cultura del fare impresa se si ritiene ancora importante per l’economia il ruolo delle Pmi".

I dettagli. Nel turismo 2276 imprese suddivise in 332 strutture ricettive con 12 nate e 19 cessate; nella ristorazione 1994 imprese con 35 nuove e 133 cessate -98. Un segno positivo si registra nei settori noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese con 1198 imprese di cui nate 94 e cessate 80.