I danni dell’alluvione dello scorso 2 novembre, nei dintorni del centro quarratino, non riguardano soltanto la piana ma anche tutte le colline del Montalbano che sono state martoriate e, di conseguenza, le numerose aziende agricole e agriturismi presenti in quell’area. Del resto se il torrente Fermulla è esondato in pieno centro, senza dare nessun preavviso, ciò è avvenuto anche a causa di tantissimi detriti venuti giù dai monti. C’è chi si attrezzato da solo a ripulire, ma in molti casi servono ruspe e ditte specializzate e così i costi lieviteranno.
"Per raggiungere gli agriturismi si devono naturalmente percorrere strade secondarie o poderali, che hanno pesantemente risentito del maltempo – spiega Giuseppe Corsini, presidente di ’Terranostra Pistoia’ associazione del settore per Campagna Amica Coldiretti – le nostre imprese hanno già iniziato l’opera di recupero, ma è indispensabile l’ausilio delle istituzioni, per preservare dei veri custodi del territorio. Senza i loro muretti a secco i danni in pianura sarebbero stati ancora più pesanti". In questa emergenza, a livello di Coldiretti sono state tantissime le donne in prima linea, tra titolari, coadiuvanti, familiari.
Chi ha passato la nottata a svuotare le stalle dall’acqua per salvare le pecore, chi ha spalato fango e chi ha ripulito le stanze dell’agriturismo per poi proseguire con la conta di quanto è stato perso. C’è dell’altro, però. Le colline sopra Quarrata hanno visto anche il cedimento del terreno sotto una struttura dove vengono coltivate le piante grasse. "Resta emblematico il caso di Ilio, un settantenne contadino che custodisce il suo uliveto come fosse un giardino – concludono da Coldiretti – sul suo terreno, nella vita di tutti i giorni, scorrono un paio di ruscelletti che sono diventati delle vere e proprie fiumane, con dentro fango e sassi, che hanno portato via tutto l’orto salvando soltanto una pianta di cavolo nero ed un vecchio ulivo".
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