Yuri, valigia e tanta ambizione. Chef e manager a Hong Kong

Liuzzo dirige il locale ‘Ciacoe Italian wine bar’

Yuri Liuzzo con un collega nel locale di Hong Kong

Yuri Liuzzo con un collega nel locale di Hong Kong

CI SONO più di novemila chilometri nel mezzo, praticamente un bel giro di mappamondo (e parecchie ore di volo: più di 20) da qui. Eppure lui, Yuri Liuzzo da Valenzatico, classe 1991, la mancanza di casa neppure sa cosa sia.

Sono passati quattro anni da quando ha lasciato casa, valigia in mano e tanta ambizione, destinazione Hong Kong, senza mai pentirsi un istante della sua scelta.

Dopo essersi fatto le ossa alla scuola alberghiera in Italia ha deciso quindi di guardarsi intorno. E da ‘garzone’ è diventato prima chef de cuisine al Floxglove, poi protagonista di diversi show cooking marchiati Ferrero e infine manager di un locale, il Ciacoe Italian Wine Bar, dove attualmente lavora. Menu italian style ed ecco che l’Oriente si innamora.

Perché lasciare casa a soli 23 anni e perché Hong Kong?

«L’idea era avere nuove esperienze, di lavoro ma anche e soprattutto di vita. Imparare l’inglese, poter viaggiare. Qui a Hong Kong ci sono arrivato perché sapevo che un ristorante cercava personale italiano. Poi semplicemente sono rimasto, perché qui tutto funziona davvero bene».

La vita com’è?

«Vivo in una piccola isola di pescatori, Cheng Chau, dove non girano le macchine. Trentacinque minuti di traghetto mi separano dalla parte centrale di Hong Kong. I trasporti sono super efficienti, dal bus al tram, passando per la metro e il taxi, tutti a costi più che accessibili. Il tasso di criminalità è bassissimo, anche le donne possono girare la sera senza aver niente da temere. Qui ci si sente al sicuro».

E lo stipendio? È più alto che in Italia?

«Sì, naturalmente, ma anche il costo della vita è più alto. Quel che fa la differenza però sono le tasse: davvero bassissime. E un fondo pensione super efficiente, che ti fa stare tranquillo e ti fa guardare al domani con più serenità».

Programmi per il futuro?

«Aprire tanti locali in giro per il mondo e diventare un ristoratore di fama. Magari è solo un sogno, ma basta crederci e chissà...».

Qualcosa che le manca dell’Italia?

«La mia famiglia, i miei amici e… il gelato del Garten 3!».

Linda Meoni