Fase 2/ Che cosa è mancato di più? Affetti e sport

I risultati del sondaggio promosso dal sociologo Filippo Buccarelli (Poiein Lab) tra i pistoiesi. Un campione di 490 intervistati

Tanti pistoiesi a spasso sulla Sala, subito prima delle concessioni della 'fase 2'

Tanti pistoiesi a spasso sulla Sala, subito prima delle concessioni della 'fase 2'

Pistoia, 7 maggio 2020 - Che cos’è mancato di più ai pistoesi nel periodo di chiusura totale da pandemia? Gli affetti, la possibilità di vedere parenti e amici, fare due passi o un po’ di sport. Andare al lavoro e per i più giovani, perfino andare a scuola. Ora c’è voglia di libertà, anche se la maggioranza dei pistoiesi ha compreso e condiviso la gran parte dei provvedimenti di restrizione ai movimenti. La fiducia nelle istituzioni esiste, anche se non in tutte nella stessa proporzione. Conferme e qualche sorpresa, emergono dal questionario sulle abitudini dei pistoiesi in tempi di Corona virus, curato dall’associazione Poiein Lab, coordinata dal sociologo pistoiese Filippo Buccarelli, docente di Scienze della formazione all’Università di Firenze. Finora, mediante compilazione on-line, sono state registrate 490 interviste valide (33,8% maschi e 66,2 femmine) in maggioranza laureati. Le preoccupazioni più forti e ricorrenti hanno riguardato la salute dei propri genitori o dei parenti anziani ma e sono forti i timori anche per le ripercussioni sull’economia. In generale i meno preoccupati per la salute propria e dei familiari sono i 31-60enni, mentre chi teme di più per il proprio stipendio e lavoro sono i giovani dai 16 ai 30 anni. Tendenzialmente, i timori diminuiscono al crescere del titolo di studio. Le misure più condivise per contenere l’epidemia sono lo stare a casa, la chiusura delle scuole e quella delle attività commerciali non essenziali. Trova, al contrario, minori consensi, il divieto di esercizio fisico. La fascia di età che si trova meno d’accordo con le misure adottate è quella dei fra i 31 e i 45enni. E al crescere del titolo di studio, aumenta il grado di condivisione delle misure prese, anche qui eccetto il divieto di attività fisica, per il quale vale una relazione opposta. In fase di ‘blocco’, le attività quotidiane più praticate sono state, oltre al lavoro da casa, la cucina e la lettura di libri. Le donne più degli uomini si dedicano ai libri, alla cucina, agli esercizi fisici e allo studio, gli uomini soprattutto al lavoro da casa, alla scrittura e all’informazione. I giovanissimi e i giovani (fino ai 30 anni) si sono tenuti occupati tra cucina, esercizi fisici, molto con i social, ascoltano la musica e studiando mentre i più anziani guardando più spesso la tv, dedicandosi alla lettura o alla cura dell’orto. Quello che è mancato di più ai pistoiesi è stato il non poter frequentare gli amici, uscire di casa, vedere regolarmente genitori e parenti. Alle donne è mancto soprattutto andare al lavoro, vedere i propri parenti e la speranza, ovvero la voglia di far progetti. Agli uomini, invece, il potersene stare per conto proprio, l’avere insomma un proprio spazio. I più giovani rimpiangono soprattutto la scuola (un piccolo miracolo della pandemia…) o il lavoro, viaggiare, incontrarsi con gli amici e la voglia di progettare. Agli anziani la possibilità di muoversi, vedere i figli e l’incontrarsi con gli amici. © RIPRODUZIONE RISERVATA