"Caldo e siccità, gli ulivi a rischio"

Allarme di Coldiretti anche per l’abbandono dei terreni. "Servono misure specifiche per aiutare le aziende"

di Giacomo Bini

La siccità e la calura rischiano di dare il colpo di grazia agli uliveti della nostra zona già colpiti dall’abbandono e da una scarsa redditività negli ultimi anni. In una situazione drammatica e con la prospettiva di una raccolta e una produzione ai minimi termini, ci sono però esempi virtuosi di aziende che tentano il tutto per tutto per salvare gli olivi anche ricorrendo all’irrigazione, una pratica non certo tradizionale per l’olivicoltura ma necessaria con i mutamenti climatici attuali. La start up Ager Oliva, che sta attuando con successo l’idea innovativa dell’adozione degli ulivi, sta praticando infatti l’irrigazione per salvare le piante dalla siccità.

"Quando recuperiamo un uliveto – dice Tommaso Dami, fondatore di Ager Oliva – cerchiamo di dotarlo di impianti irrigui a goccia. Come nel nostro uliveto a Sant’Alessio, sulle primissime colline di Pistoia, dove abbiamo irrigato due ettari, investendo direttamente noi".

"È la dimostrazione che è già possibile agire per contrastare le conseguenze del cambiamento climatico – spiega il direttore di Coldiretti Pistoia, Francesco Ciarrocchi – ma per favorire la diffusione su vasta scala dell’irrigazione negli uliveti, anche collinari, occorre che le imprese vengano sostenute nell’impegno finanziario tramite adeguati bandi pubblici legati ai piani di sviluppo rurale e che aumentino la disponibilità d’acqua a scopo irriguo. Per questo occorre puntare, a livello nazionale e toscano, sull’implementazione del progetto invasi elaborato da Anbi e Coldiretti, che permetterebbe di accumulare una percentuale maggiore dell’acqua piovana, oggi all’11%, da mettere a disposizione al bisogno".

Irrigare gli ulivi è necessario ma per farlo occorrono investimenti e quindi aiuti da parte dello Stato. Secondo Coldiretti la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana, ma l’Italia resta comunque un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, dei quali però si riesce a trattenere solo l’11% a causa di carenze infrastrutturali.

"Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua – afferma Francesco Ciarrocchi – con lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare. Gli uliveti anche nella nostra provincia sono bellezza e ricchezza, ma occorre investire per mantenere il patrimonio di piante, con sistemi irrigui che rispondano alle mutate condizioni climatiche, stimolando misure che evitino l’abbandono".

Intanto però gli ulivi sono stati duramente colpiti dalla siccità e le olive sono in stato di grave malessere.

"I 7000 ettari di uliveti in provincia di Pistoia – informa Coldiretti – soffrono a macchia di leopardo e il repentino esordio della stagione calda ha inciso negativamente sull’allegagione dei frutti, con un "colatura" dei fiori fuori dall’ordinario sin da maggio, e poi con le piccole olive in fase di crescita che stanno cadendo a terra secche. Le perdite produttive variano a seconda dell’esposizione dell’uliveto e della capacità del terreno di trattenere umidità. Si preannuncia comunque un’importante riduzione di produzione"