Cala il sipario sull’industria del divertimento "L’anniversario tra silenzio e piste vuote"

Era febbraio 2014 quando in Sant’Agostino arrivò una novità: dall’idea di un gruppo di appassionati nasceva la sala concerti H2No

di Linda Meoni

In questi giorni sarebbero stati sette anni dall’apertura. Era il 2014 quando in città soffiava un vento di novità: dalla volontà di un gruppo di appassionati nasceva infatti l’H2No: prima sala concerti e spazio musica live capace finalmente di offrire un’alternativa notturna al centro città, uno spazio di condivisione nuovo, di quelli come non se ne vedevano da anni. Ma il 29 febbraio 2020 anche qui come nelle strutture omologhe d’Italia qualcosa si è interrotto e la musica, così come le luci, si è spenta. Parlare di futuro per un posto come questo assomiglia a una scommessa, assai più al buio di quella che fu in quel 2014. "Noi come tutte le attività che ci assomigliano soffriamo la mancanza di riferimenti, di indicazioni che ci permettano di ipotizzare non solo quando riaprire, ma soprattutto come – ci spiega Gian Filippo Morganti, uno dei soci fondatori dell’associazione culturale che ha sede in via Montale, zona industriale di Sant’Agostino, faccia arcinota dei più affollati djset della zona –. Basti pensare che sto lavorando a un progetto concertistico estivo, ma anche qui gli ostacoli e le incognite sono tali da far supporre che si potrà concludere ben poco. Un indizio ce lo forniscono anche i grandi artisti: chi è uscito con un disco nel 2020 ha programmato tour nel 2022. Questo purtroppo la dice lunga su come sia in bilico l’estate che ci aspetta".

Le spese di gestione dell’H2No hanno continuato comunque ad accumularsi: l’affitto dell’immobile, le scadenze con l’agenzia delle entrate. Conti pesanti quando il ritorno non c’è. Tanto che ai soci è venuta in mente una campagna di crowdfunding, che ha fruttato più di quattromila euro, ridotti a 2.800 tolte spese e commissioni. "È stato un bel segnale di vicinanza da parte della gente – continua Morganti – che ci conforta, anche se è naturale che le difficoltà restano. Si parla sempre di benessere fisico, ma nessuno mai parla di benessere psicologico, quello che posti come il nostro sono in grado di offrire. L’impotenza del momento certo ci abbatte e molti nostri colleghi stanno preferendo gettare la spugna. È una grave perdita per tutti noi".

Spostandoci in centro città c’è un altro spazio che era solito offrire intrattenimento notturno alla popolazione pistoiese. È l’R.Mutt di vicolo dei Bacchettoni, giovane locale all’ombra del Giardino di Cino dove i giovani erano soliti ballare, chiacchierare, bersi un drink. "Avevamo chiuso a febbraio 2019 – spiega Claudio Galligani, uno dei soci dell’attività – perché avevamo in mente un progetto di rilancio. Volevamo permettere allo spazio di cambiare un po’ per accogliere musica dal vivo, attività di teatro, danza. I lavori sarebbero dovuti cominciare nel 2020, poi la pandemia ci ha sorpresi e abbiamo pensato di tirare il freno a mano. Non tanto perché non avremmo potuto fare i lavori, ma soprattutto perché se li avessimo fatti chi e quando ne avrebbe usufruito? Vediamo come il settore potrà ripartire, noi siamo ancora dell’idea di rilanciare e consegnare alla città uno spazio unico nel suo genere per offerta e ubicazione".