Sopralluogo ieri pomeriggio dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Alessandro Capecchi e Diego Petrucci, all’ospedale San Jacopo di Pistoia, dove si sono confrontati con i dipendenti del presidio sulle principali criticità. "In modo particolare abbiamo centrato l’attenzione sul pronto soccorso – ha spiegato Capecchi –, dove sono emerse criticità che riguardano le dimensioni della sala d’attesa, i tempi con cui le persone vengono prese in carico e soprattutto le aggressioni al personale sanitario, che sono all’ordine del giorno". "È chiaro che il contesto in cui si aspetta è determinate – ha aggiunto Petrucci -. Questo è uno degli ultimi ospedali costruiti in Toscana ed è un ospedale che purtroppo è nato già vecchio: la sala d’aspetto non è sufficiente e quindi sia i pazienti, sia gli accompagnatori, sono costretti ad attendere in ambienti angusti, uno addosso all’altro, dove addirittura mancano le sedute e capita che le persone debbano stare per ore in piedi, a volte anche fuori fa freddo o quando è troppo caldo, senza possibilità di essere rifocillati. Questo ospedale - ha ribadito Petrucci - nasce vecchio e questo è drammatico se si considera che è uno degli ultimi costruiti in Toscana e conseguentemente dovrebbe essere, da questo punto di vista, il più virtuoso".
Petrucci e Capecchi tuttavia hanno ammesso che "il sistema organizzativo trovato all’ospedale San Jacopo di Pistoia è migliore, rispetto a quello di altri ospedali della Toscana", e hanno parlato di "situazione più efficiente e migliore di quelle trovate da altre parti". "Dopodiché – riprende Petrucci – è chiaro che bisogna intervenire, in particolare riguardo alle aggressioni, proteggendo medici, infermieri e operatori sanitari in generale, che svolgono il proprio lavoro nel pronto soccorso".
Per far questo "ci vuole una vigilanza privata sempre presente nelle 24 ore – hanno affermato i due consiglieri regionali – e che le forze dell’ordine siano presenti nei reparti e nei momenti più a rischio, che sono fondamentalmente la notte e i giorni festivi". "Noi su questo faremo la nostra battaglia – ha assicurato Petrucci - e proveremo a sensibilizzare anche chi gestisce l’ordine pubblico". "Le situazioni più ha rischio – ha aggiunto Capecchi –, oltre al pronto soccorso, si riscontrano nel reparto psichiatrico, dove ci sono stati alcuni episodi di recente, anche se più limitati rispetto ad altri ospedali. Su questo abbiamo avuto rassicurazioni che l’azienda, insieme alla direzione sanitaria, si sta organizzando per ridurre lo stress anche per le persone che attendono le risposte del proprio caro, che si trova dentro il reparto. In particolare ci hanno detto che stanno lavorando a un progetto che dovrebbe monitorare i percorsi di ciascuno, prendendo in carico anche la famiglia e quindi dando ogni 20-30 minuti un riscontro alle persone che attendono l’esito di coloro che sono ricoverati nel pronto soccorso".
Patrizio Ceccarelli