"Basilico - L’infinito è la in fondo", un maestro della fotografia raccontato dal film di Santamato

Il documentario "Basilico-L'infinito è là in fondo" ripercorre la vita e la carriera del maestro della fotografia italiana e internazionale Gabriele Basilico attraverso interviste inedite e aneddoti. Una serata organizzata dal Gruppo Fotoamatori Pistoiesi per scoprire la lingua unica e metafisica delle sue fotografie.

S’intitola "Basilico-L’infinito è là in fondo" il primo film documentario diretto da Stefano Santamato sul maestro della fotografia italiana e internazionale che sarà proiettato stasera alle 21 al cinema Roma (via Laudesi). Vita e carriera del maestro rivivono attraverso interviste inedite e aneddoti. Il documentario ripercorre le tappe principali della sua carriera: dalle prime foto di reportage scattate in gioventù negli anni dell’impegno politico, agli iconici "Ritratti di fabbriche" della Milano della fine degli anni Settanta, fino agli ultimi lavori nelle grandi metropoli degli anni 2000. A tratteggiare il profilo professionale e umano di Basilico voci di spicco del mondo della cultura: gli amici e colleghi Gianni Berengo Gardin, Oliviero Toscani e Toni Thorimbert, la storica della fotografia Roberta Valtorta e il regista Amos Gitai. Alla photo editor Giovanna Calvenzi – unica e insostituibile compagna di vita di Gabriele Basilico – spetta il ruolo di voce narrante. "L’infinito nelle fotografie di Basilico non si vede, ma si sente", dice Vincenzo Castella in un passaggio del documentario. E non è difficile concordare: nelle sue foto c’è ‘qualcosa’ che tutti sentono, anche se non si vede. Difficile definire cosa sia perché le fotografie di Basilico parlano una lingua che è insieme alta, astratta, quasi metafisica e al contempo estremamente concreta. La serata è organizzata dal Gruppo Fotoamatori Pistoiesi, con l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Pistoia e il Cinema Roma d’essai. La serata sarà introdotta da Beba Gristina, in rappresentanza dell’Archivio Gabriele Basilico, e dal fotografo Andrea Abati.

l.m.