
La pistoiese Danila Fiorino fa parte ormai da molti anni della squadra Dottor Sorrisi della Fondazione Theodora . Il suo lavoro, come attrice e clown, si svolge negli ospedali lombardi, nei reparti di Oncologia pediatrica.
Pistoia, 14 giugno 2025 – Un cappello rosso in testa, modello basco, qualche dettaglio a pois nell’abbigliamento. E colori sgargianti, insieme ai sorrisi, di quelli che nascono sulla bocca e pure di quelli che si allargano negli occhi. Perché tutto il sollievo possibile arrivi a destinazione, qualsiasi sia la fonte. Poi un invito che non ha bisogno di essere detto a voce: fidarsi, lasciarsi andare, concedersi una parentesi di leggerezza in mezzo a tanti pesi. La riconosci così Dottoressa Peppa, una della squadra Dottor Sorrisi di Fondazione Theodora, nella vita di tutti i giorni Danila Fiorino, pistoiese d’adozione che per quell’ente, e quindi per i pazienti degli ospedali d’Italia, si spende ormai dal 2003.
Una Fondazione che opera in Italia dal 1995, con il 2025 a segnare quindi i trent’anni di attività svolti dall’esercito buono dei duecento Dottor Sogni in cinque Paesi del mondo. Tutti impegnati in contesti difficili come i reparti chirurgici ospedalieri, gli hospice pediatrici, i reparti di ostetricia e patologia neonatale, dove l’unica lingua conosciuta a volte è quella del dolore e della paura.
"Ho sempre fatto teatro, affiancando il lavoro nel sociale – racconta Danila –. Un giorno mi trovo su un provino per uno spot pubblicitario. Cercano una donna clown, arte alla quale io nel frattempo mi ero avvicinata. Non passo il provino, ma lì mi vedono due formatori di Fondazione Theodora. Nasce così il percorso. Tanta formazione, ricordando che l’ospedale non è un teatro, che non siamo noi, attori o clown, i protagonisti di questa storia. Il nome, Dottor Peppa, è nato in maniera naturale dopo tanti altri che sentivo non appartenermi e fa riferimento alla mia vecchia auto alla quale ero molto affezionata. La prima volta che sono entrata in servizio come Dottoressa Peppa le mie gambe tremavano, la tensione era forte: lavori con le persone e con l’imprevisto. È così tuttora". Danila è una "pendolare dei sorrisi": il cuore del suo lavoro si svolge infatti negli ospedali lombardi, più spesso con bambini, bambine, ragazzi e ragazze, ma anche con mamme in attesa di partorire e neonati.
"La sofferenza è qualcosa di cui devi tener conto – riflette Danila –. Lavorando nelle oncologie ho dovuto fare tanti saluti, ma ho visto anche tante persone uscire sulle loro gambe. All’inizio capita di rimanerne schiacciato. Ecco perché abbiamo una psicologa che ci segue. Il dolore è qualcosa che c’è in ospedale, ma abbiamo il compito di attraversarlo. Te lo porti dentro, viaggia con te. Diversamente non riusciremmo a vedere e far vedere la meraviglia". La prima esperienza Dottoressa Peppa l’ha avuta all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, incontrando da allora decine e decine di pazienti in età pediatrica. "Serve lavorare sul potere della trasformazione, con la tensione che diventa altro, il trauma che si alleggerisce. Entrare in relazione con l’umano in uno spazio così ridotto di tempo è una magia straordinaria. Che quasi ti chiedi da quanto tempo in realtà conosci chi hai davanti, magari da sempre? Per molti noi Dottor Sogni rappresentiamo qualcosa che nelle loro vite non esiste più, la leggerezza.
"Ecco – conclude –, noi ci siamo per far vedere che dove c’è sofferenza e malattia è possibile trovare gioia. È possibile trovare vita. Che in ognuno di noi esistono buchi da rammendare e che anche quei buchi dobbiamo imparare ad amarli. Perché anche se hanno mille piccoli tubi attaccati i bambini vogliono tutti la stessa cosa: giocare, fantasticare, vedere e toccare bellezze e storie".