
Anziani picchiati e derubati. Pesanti condanne per la banda che colpiva di notte nelle case
Si è concluso ieri pomeriggio, in tribunale, a Pistoia, in aula Signorelli, davanti ai giudici del collegio presieduto da Alessandro Buzzegoli (a latere Paolo Fontana e Alessandro Azzaroli) il processo che vedeva imputati quattro uomini di origine albanese accusati di aver picchiato e rapinato due coppie di anziani. Il pubblico ministero Leonardo De Gaudio (foto), che aveva diretto le indagini dei carabinieri, aveva chiesto la condanna a nove anni di carcere per ognuno dei componenti della banda. Richiesta quasi completamente accolta dai giudici che hanno condannato a otto anni di reclusione Josef Jaku, di 32 anni, Vladimir Lleshi, di 37 anni e Daniel Myrtaj di 22 anni. Il quarto imputato, Pjeter Deda, di 22 anni, è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione in quanto incensurato. L’indagine che aveva portato i quattro sotto processo si era innestata in un filone investigativo che aveva preso il nome di "Acero rosso" e gli inquirenti avevano potuto così contare su molte intercettazioni, sia telefoniche che ambientali. Nel corso del dibattimento era stata ricostruita la notte del 26 gennaio del 2023. Una notte di botte e di paura che aveva preso forma alle una e trenta circa nella zona dei vivai di Agliana dove la banda, che aveva agito con armi e a volto coperto, nel giro di un’ora era riuscita a entrare in due case, portando via oro, gioielli e contanti, minacciando di morte e poi prendendo a sprangate i tre anziani che vi abitavano e il figlio di uno di loro. Gli spostamenti erano stati intercettati dai carabinieri che avevano, da qualche tempo, avviato gli accertamenti su una serie di furti nelle aziende della zona. Nella prima casa, i malviventi avevano trovato marito e moglie di 81 anni: lei riportò traumi con una una prognosi di 21 giorni. Nella seconda abitazione, c’era una donna di 91 anni, con il figlio: anche lei fu picchiata con violenza e anche per lei 21 giorni di prognosi. I difensori, gli avvocati Antonio Bertei, Katia Dottore Giachino e Cristiano Toraldo di Prato attendono le motivazioni, fra 45 giorni, prima di procedere con il ricorso in appello.
"C’erano pochissimi elementi a carico dei nostri assistitti – ci ha detto ieri l’avvocato Bertei – in un processo indiziario dove gli indizi non erano nè forti nè univoci. Ricorreremo con decisione in appello".