REDAZIONE PISTOIA

Andreini, un architetto... "A passolento"

È il titolo del libro che sarà presentato venerdì pomeriggio, ma non è per addetti ai lavori: "È una storia da raccontare ai nipoti"

Un’architettura come "mestiere di poche parole", senza proclami e divismi, quella praticata o, per meglio dire, vissuta da Mauro Andreini che si racconta in un libro intitolato "A passolento", che viene presentato venerdì 24 febbraio, ore 17, nella saletta conferenze dell’Ordine degli Architetti di Pistoia (via Sant’Andrea 49). Il sottotitolo del volume "Il mio viaggio intorno all’architettura" introduce a un’opera dalla forma originale, in cui l’autobiografia intellettuale si congiunge con la ricostruzione del percorso professionale. Le foto delle opere realizzate, tutte scattate dallo stesso Andreini, e i disegni delle opere rimaste nella carta, o nella mente, sono affiancati da testi di lucida sincerità che spiegano le motivazioni profonde alla base dei progetti. E non sono quasi mai motivazioni tecniche, ma esistenziali, come le radici nel paesino natale di Sant’Angelo, vicino a Montalcino, o culturali come il retaggio della tradizione della terra di Siena in cui la natura e l’intervento umano si integrano senza contrapporsi. Andreini rivendica la sua scelta di restare "periferico" nei riguardi dell’architettura da prima pagina e il valore della provincia, per sfuggire al "teatrino della visibilità" e alle discussioni sui massimi sistemi. Stando appartati, come ha fatto Andreini scegliendo di vivere e lavorare a Montale, si può meglio ascoltare i bisogni veri delle persone e praticare la professione dell’architettura come un’attività "socialmente utile" che si mette al servizio di un’ideale di comunità in cui la gente si incontra, nelle piazze, nelle corti o nelle chiese. Già nei primi progetti, Andreini ha coltivato l’essenzialità delle linee e la funzionalità degli spazi, ma sempre in modo creativo, con una fantasia di purezza quasi infantile pur nella ricercatezza delle scelte delle forme e dei materiali. Il volume è di gradevole lettura anche per chi non s’intende di architettura, anzi, come sottolinea l’autore, non è affatto rivolto agli specialisti del settore, semmai vuole essere una storia raccontata ai nipoti. Il racconto attraversa vent’anni di lavoro, dal 1992 al 2022 iniziando dalle case costruite in terra di Siena, da Sant’Angelo a Buonconvento a Montalcino e proseguendo con le chiese e i centri comunitari realizzati a Bologna e a Firenze.

Le case sorgono tutte intorno a una corte o uno spazio comune, le chiese sembrano proprio chiese, con il loro bel campanile, senza concessioni ai modernismi di certi edifici religiosi contemporanei, edifici di culto fatti soprattutto per accogliere gli uomini, "perché non credo che Dio abbia bisogno di una casa". Le piazze, a San Quirico e a Montale, sono pensate per i bambini e le famiglie e per attirare come un magnete la vita della comunità. Le più recenti realizzazioni sono un grande centro di scienza dei vaccini a Siena, con un anfiteatro e un viale architettonico attualmente in fase di progettazione. Alla presentazione intervengono la presidente dell’ordine degli architetti Serena Zarrini, Paolo Caggiano e Andrea Nannini. Sarà presente l’autore.

Giacomo Bini