Fu inventato all’inizio dell’Ottocento da un liutaio viennese ed era un compromesso tra chitarra, di cui conservava il numero delle corde, violoncello, di cui riproduceva le dimensioni, e viola da gamba: si tratta dell’arpeggione, uno strumento, oggi in disuso, di cui Schubert fu estimatore e divulgatore. La Sonata D 821 per arpeggione e pianoforte sarà eseguita stasera, nell’aula magna del Seminario (ore 21.15) per la stagione degli Amici dell’Opera, da due giovani e talentuosi musicisti: il violoncellista pistoiese Alessandro Natali e la pianista abruzzese Giada di Febo. E’ il violoncello, infatti, lo strumento che più si avvicina alla tessitura originale e con il quale oggi più frequentemente ascoltiamo questo pezzo. Il programma del concerto è completato dalla Sonata per violoncello e pianoforte in re minore di Debussy, la prima delle sei sonate che l’autore, turbato dagli eventi bellici, scrisse di getto nel 1915 a pochi anni dalla morte. Alessandro Natali ha iniziato lo studio del violoncello all’età di 5 anni. Ha conseguito la laurea triennale nel 2016 con il massimo dei voti e la lode.
Dopo aver vinto il primo premio al concorso "Crescendo" di Firenze, è stato selezionato come spalla dei violoncelli dell’Orchestra Giovanile Italiana. Giada Di Febo si esibisce in qualità di solista e di pianista accompagnatore. Ha conseguito la laurea di secondo livello con il massimo dei voti lo scorso anno, al Cherubini di Firenze, ed ha vinto il primo premio nella categoria musica da camera al Concorso "Crescendo". L’ingresso è libero.
Chiara Caselli