Amarezza e realismo, il presidente: "Dobbiamo rinunciare alla serie C"

Il ripescaggio sarebbe possibile, ma la mancanza dello stadio idoneo non lo permette: non basterebbero piccoli interventi

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L’Aglianese l’hanno prossimo farà di nuovo la serie D. Il presidente Gabriele Giusti ha annunciato che la società non farà domanda di ripescaggio in serie C perché lo stadio di Agliana non è omologato per la categoria. Giusti ha anche confermato che resterà alla guida del club neroverde sgombrando il campo dalla possibilità, avanzatagli dal sindaco di Pistoia Tomasi, di prendere le redini della Pistoiese. Il presidente dell’Aglianese ha giocato d’anticipo senza aspettare il 5 luglio, la data in cui si sarebbe avuta la certezza di un posto libero in serie C a causa dell’annunciata rinuncia del Gozzano (squadra novarese vincitrice del girone A della serie D). Lo stesso presidente aveva manifestato nei giorni scorsi, in un’intervista a La Nazione, l’intenzione di tentare la carta del ripescaggio ma anche la preoccupazione per l’ostacolo difficile da superare dello stadio a norma.

"Purtroppo non possiamo fare domanda di ammissione in C – spiega Gabriele Giusti - perché di tutti i parametri che devono essere rispettati veniamo tagliati fuori dall’unico nel quale non possiamo intervenire (quello relativo allo stadio, ndr). La nostra situazione finanziaria è in linea con le richieste, inoltre eravamo disposti a far fronte al versamento a fondo perduto necessario. Tuttavia, non avendo a disposizione uno stadio agibile per la C non possiamo presentare domanda di ripescaggio. Sfortunatamente, nessun tipo di deroga è concessa a chi non viene promosso direttamente. Siamo dispiaciuti ma non ci sono soluzioni".

Parole velate di amarezza ma di grande realismo, quelle del presidente Giusti, che è costretto ad arrendersi di fronte ad una difficoltà che il club neroverde non può superare. Alle squadre promosse direttamente in C è concessa la deroga di giocare in stadi diversi dal proprio, alle squadre ripescate no, secondo la logica che il ripescaggio è già in sé una deroga a loro favore. Così succede che il Montevarchi, vincitore del girone D, andrà a giocare a Pontedera (a più di 100 chilometri di distanza dalla propria città), il Fiorenzuola sarà ospitato nell’impianto del capoluogo Piacenza, mentre l’Aglianese avrebbe dovuto dimostrare, in insieme alla richiesta di ripescaggio, anche la disponibilità di uno stadio a norma nel proprio comune.

Non sarebbe stato sufficiente nemmeno un piano di interventi per la messa norma dello stadio Bellucci, a cui mancano molte cose per essere omologato: un’illuminazione più potente e altri locali negli spogliatoi e per la stampa. Che lo stadio sia un requisito inderogabile solo per le ripescate non appare in linea con il merito sportivo, perché l’Aglianese ha meritato sul campo il diritto ad essere ripescata in serie C ed ha la struttura organizzativa e la solidità economica per affrontare un campionato di Lega Pro.

Giacomo Bini