"Adorava la nipotina, senza di lui sarà dura"

La famiglia di Giampiero Agresti ancora sconvolta dall’incidente che gli è costato la vita lunedì sera: è rimasto schiacchiato dal trattore

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di Giacomo Bini

Tutto nella splendida collina di via del Casseretto parla di lui, Giampiero Agresti, detto Piero dai familiari, l’uomo di 50 anni morto ieri pomeriggio schiacciato dal trattore a pochi passi dalla sua abitazione. Parlano di lui i 400 olivi che curava, i campi curatissimi, i terrazzamenti con i muri a secco perfettamente dritti e senza un filo di sterpaglia. Amava la sua terra, Piero, e i trattori, quelli ereditati dal babbo Lamberto, che il trattorista lo faceva di mestiere. La mattina dopo il tragico incidente che l’ha portato via, la radiosa giornata di sole appare particolarmente crudele se confrontata con la sofferenza atroce dei familiari. Il portico della casa di Piero, che si affaccia sulla vallata, è un luogo perfetto per una bella riunione familiare, ma ora ci sono solo lacrime. La mamma Gina, di 74 anni, deve forse ancora realizzare pienamente l’enormità dell’accaduto, ma tutti i familiari sono increduli: la sorella Tiziana, lo zio Bruno e la moglie Graziella, che vivono nella casa vicina, parlano di Piero con lo sconcerto nello sguardo, incapaci di mettersi ancora nell’ottica di chi è costretto solo a ricordare. Accanto alla casa dove vivevano Piero e la sua mamma, c’è l’abitazione dello zio Bruno, il fratello del babbo, e di sua moglie Graziella. Due case vicine, immerse in una campagna che sembra un giardino.

"Chi era Piero? – dice proprio lo zio Bruno – un uomo bravo, che ci voleva tanto bene, veniva sempre da noi ogni giorno. Anche ieri sera lo aspettavo e non è arrivato. Quando ero nell’orto arrivava sempre e si parlava, zio qui, zio là, ora non so come faremo, senza di lui".

"Piero lo chiamava il circolo – racconta Graziella – quel ritrovarsi sempre da noi, ogni giorno, a chiacchierare, quando sono stata all’ospedale scherzando diceva che il circolo sarebbe stato chiuso fino al mio ritorno, preparavo la macchina del caffè prima ancora che arrivasse". Tiziana, la sorella, che abita ad Agliana con la famiglia, cita un episodio recente per dire che persona fosse Piero.

"Domenica ha chiesto a mio marito la jeep in prestito per andare a cercare funghi – racconta – ha trovato solo tre funghi e quando è tornato ce l’ha riportata ad Agliana con il pieno di 40 euro. Lui era così. E tutti sapevamo che lo potevi chiamare sempre, lui era sempre disponibile per tutti".

Un lavoratore Giampiero Agresti, di quelli che preferiscono stare in famiglia nei momenti di riposo. Stravedeva per la nipotina, per la quale era prodigo di regalini e di gesti affettuosi e qualche volta scherzando le diceva che le avrebbe lasciato in eredità uno dei suoi amati attrezzi da lavoro, la sua fresa più piccola. Giampiero aveva sempre vissuto e lavorato nei campi e si può dire che fosse cresciuto sul trattore. Fino a pochi mesi fa aveva lavorato come dipendente nella ditta vivaistica di Gori Luigi e figli.

"Un persona bravissima – dicono proprio dalla ditta gli ex colleghi che lo hanno conosciuto – siamo rimasti sconvolti dalla notizia di quanto gli è accaduto, tutti qui lo stimavano come persona e come lavoratore". Sulla salma non verrà effettuata l’autopsia perché la dinamica è chiara. Ora ai familiari non resta che l’ultimo, doloros saluto.