Adesso la provincia è più attrattiva Positivi i dati dei flussi migratori

Secondo Istat dal 2015 al 2020 gli spostamenti che riguardano il Pistoiese sono passati dal -2,2% al +4,7%. Ma l’interpretazione può essere duplice, anche in chiave negativa: chi voleva andarsene lo ha già fatto?

Migration

Un territorio che è tornato ad essere attrattivo dopo periodi decisamente bui o talmente svuotato che oramai chi voleva tentare un’avventura differente da quella della terra natìa se n’è andato e qui sono rimasti soltanto quelli che non ne vogliono sapere di lasciare la casa-madre? Nell’analisi che La Nazione ha deciso di fare in questo focus dedicato all’andamento della popolazione in provincia di Pistoia, che prende spunto dai dati pubblicati da "Il Sole 24 Ore" sulla base dei rilievi fatti dall’Istat relativi al periodo che va dal 2015 al 2020, c’è anche il tema dei flussi migratori. Il calcolo da tenere a mente è quello sul tasso medio, un fenomeno che colpisce soprattutto il Sud. I numeri indicano in Basilicata (-3,44%), Calabria (circa il -4%), Molise (-2,88%) e Campania (-2,18%) le regioni che hanno i valori più alti su scala nazionale e che nel corso del tempo hanno visto partire la "meglio gioventù" verso le città del Nord Italia.

Va ricordato che, se il dato ha segno positivo, vuol dire che quel territorio è invece attrattivo per i flussi in ingresso. Ed alle nostre latitudini cosa succede? Sembra che in provincia, in cinque anni, sia davvero cambiato tutto anche se resta il dubbio che abbiamo espresso in apertura di articolo: nuovamente attrattivi o chi voleva andarsene oramai lo ha fatto? Per il capoluogo, dal 2015 al 2020,il quadro appare sostanzialmente immutato con un dato che è passato dal 3,67% al 3,37%. Numeri più bassi della media provinciale che, nel 2015, ci diceva che il flusso migratorio lo stavamo subendo, fermandosi al -2,16% mentre adesso lo stiamo governando e proviamo a far arrivare più persone visto il +4,72% di media. Volti nuovi che, in parte, sono da annoverare alla voce "extracomunitari" oppure chi ha già componenti della propria famiglia dalle nostre parti e vuole ricongiungersi (viene in mente soprattutto chi opera nel vivaismo e nell’edilizia, oltre che nel tessile legato alla vicina Prato), ma spesso anche a fluissi interni come chi decide, dai paesi periferici e più piccoli, di trasferirsi in città.

Su questo tema, però, va detto che la pandemia ha spinto definitivamente un fenomeno di ritorno che vede ripopolare borghi e frazioni lontane dal caos e dal traffico, per vivere immersi nella natura (tecnologie permettendo). Ecco perché, per esempio, Sambuca Pistoiese – unico comune montano dei rilevamenti – è passata da un -34,15% tragico del 2015 ad un -3,38% del 2020. E gli altri? Il primato spetta a Montecatini Terme col 10,43% seguito a stretto giro da Chiesina Uzzanese che viaggia con un 9,12% utile a raddoppiare il 5,3% dei cinque anni precedenti ma, soprattutto, mette un grosso margine con la vicina Ponte Buggianese che, invece, cresce solo fino al +4,87%.

Decisamente curioso anche ciò che succede nella piana pistoiese: Quarrata veleggia oltre il +8%, Montale passa da interesse inesistente o quasi a circa il +7% mentre Agliana sembra ferma su sé stessa con un tasso di -0,83%. Fra le condizioni degli affitti e i fondi commerciali che si trovano meglio dai vicini, la sensazione è quella che ci si voglia stabilire negli immediati paraggi del posto di lavoro.

Saverio Melegari