Acqua incubo ricorrente: "Una via sempre a rischio"

A Chiazzano alcuni residenti che hanno subito ingenti danni alzano la voce "Le piogge defluiscono da un vivaio. Ma ci preoccupano anche i fossi".

Acqua incubo ricorrente: "Una  via sempre a rischio"

Acqua incubo ricorrente: "Una via sempre a rischio"

A quasi due mesi di distanza dall’alluvione che a inizio novembre ha colpito la piana pistoiese, ci sono diverse zone della nostra provincia in cui è ancora in corso la conta dei danni. Tra queste anche la frazione di Chiazzano e in particolare le abitazioni di Via Don Antonio Tesi, una dozzina di villette per la precisione. Il fatto particolare, in questo caso, è che le case non sono state colpite dall’esondazione di un torrente o di un fiume, bensì dall’acqua defluita dai terreni del vivaio situato nei pressi delle abitazioni. A far presente il disagio subìto è Alessandro Dareo, uno dei residenti della via: "Nell’azienda in questione sono stati fatti e sono ancora in corso lavori che hanno portato allo spostamento di alcuni terreni. A causa dei suddetti rialzamenti, negli ultimi anni si sono verificati diversi episodi di alluvionamento nella nostra via. Dopo quanto successo a inizio novembre – aggiunge –, tutte le abitazioni hanno riscontrato danni quantificabili in 20mila euro per ogni casa".

Ciò che chiede a gran voce Dareo a nome di tutti i residenti è se sia stata rispettata la Legge Regionale 41/2018, una normativa idraulica che prevede che gli interventi effettuati non debbano porre le aree contermini in condizioni di rischio: "Chiediamo che il Comune faccia chiarezza – sottolinea Alessandro – e per questo abbiamo depositato gli atti in tribunale: vogliamo sapere se i permessi autorizzati dall’amministrazione rispettano o meno la Legge Regionale. Già prima dell’alluvione avevamo fatto un esposto sulle criticità in caso di forti piogge, ma nessuna contromisura è stata presa". A complicare ulteriormente il quadro complessivo, la presenza dei fossi Acqualunga e Buraccia, che nei mesi invernali sono spesso sollecitati dalle precipitazioni atmosferiche: "Il 4 dicembre – racconta Dareo – c’è stato un incontro con diversi enti, tra cui il Comune di Pistoia, la Regione e il Consorzio Medio Valdarno, per verificare lo stato dei due fossi. Nelle difficoltà in cui siamo attualmente non possiamo assolutamente permetterci che anche questi due canali rischino di esondare. E la domanda che mi sorge spontanea è proprio questa – conclude –: se la notte del 2 novembre avessero ceduto gli argini dei fossi in che situazione saremmo potuti essere?".

Michele Flori