Accusato dalla paziente "Ci raccontò la violenza"

Operatore a processo. Lo psichiatra della ragazza: "Determinata a denunciare"

Accusato dalla paziente   "Ci raccontò la violenza"
Accusato dalla paziente "Ci raccontò la violenza"

"Quando ci raccontò l’accaduto era lucida e abbastanza tranquilla, rispetto a come a volte sfogava la sua aggressività, una intolleranza nutrita da sempre nei confronti delle regole e di chi era addetto a farle rispettare, come i vari operatori delle strutture nelle quali lei aveva vissuto o che aveva frequentato". Così, nell’aula Signorelli del tribunale, lo psichiatra che l’aveva in cura ha descritto il racconto della ragazza che avrebbe subito violenza sessale da uno degli operatori della struttura che la ospitava. I fatti, lo ricordiamo, risalgono all’estate del 2020 e sarebbero avvenuti all’interno di una residenza della provincia che assiste soggetti fragili, gestita da una cooperativa di Prato. Dopo la denuncia della ragazza, sono scattate le indagini della polizia e poi il processo: imputato, con l’accusa di violenza sessuale, un operatore, 45 anni di Pistoia, dipendente della cooperativa di Prato che ha in gestione la struttura nella prima periferia della città. La ragazza che si è costituita parte civile è rappresentata dall’avvocato Pamela Bonaiuti del foro di Prato, mentre l’operatore è difeso dagli avvocati Giovanbattista Salvietti e Giovanni Dini del foro di Pistoia, e l’avvocato Stefano Camerini di Prato è il legale della cooperativa, chiamata in causa come responsabile civile. Le violenze si sarebbero ripetute per ben sette volte nell’arco di un mese. Agli agenti della polizia, la ragazza aveva raccontato che quell’incubo si ripeteva puntualmente la sera, quando lei si ritrovava da sola con quell’operatore. Dopo i primi giorni, la ragazza ricordava bene di aver avuto incubi di notte e solo in un secondo momento aveva smesso di assumere le pasticche prescritte anche per dormire per recuperare quella lucidità che, ne era sicura, l’avrebbe aiutata a capire che cosa le stesse accadendo. A quel punto, aveva trovato il coraggio di parlare e lo aveva fatto prima di tutto con gli psicologi che la seguivano.

"La paziente assumeva antidepressivi, da me prescritti per la cura. Una personalità fragile e complessa la sua, che era sempre stata seguita dalla nostra Unità Funzionale di Salute Mentale. Precedentemente mi aveva riferito di aver avuto un rapporto sessuale con un operatore in un’altra struttura. ’Ma stavolta – aveva detto – era intenzionata a denunciare’". Dopo i fatti avvenuti nel 2020, la ragazza era rimasta nella struttura ancora un anno per poi trasferirsi altrove. In seguito ha avuto un incidente, finendo sotto un treno, e rimanendo ferita. "Non posso escludere che questo incidente sia legato al suo stato depressivo", ha affermato lo psichiatra. Il processo riprende a settembre.

M.V.