SAVERIO BARGAGNA
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Pisa in Serie A: una promozione storica dopo 34 anni di attesa

Il Pisa torna in Serie A dopo 34 anni, un successo frutto di un lungo percorso e non del caso. Festeggiamenti in città.

Tutta la squadra nerazzurra festeggia la Serie A sotto il settore ospiti del San Nicola (foto Tess Lapedota)

Tutta la squadra nerazzurra festeggia la Serie A sotto il settore ospiti del San Nicola (foto Tess Lapedota)

La sconfitta più bella del mondo è tutta nostra. Anche questo, se vogliamo, è un record e ce lo teniamo stretto, lo abbracciamo forte, lo conserviamo legato al cuore. Solo sotto la Torre, in questo lembo di terra che si affaccia sul mare senza bagnarsi le labbra come una promessa presa e disattesa, si coltivano quelle malinconie, quei silenzi e quelle solitudini che sono indispensabili per le piccole grandi imprese: eccola qua.

Il Pisa dopo 34 anni d’attesa sale in Serie A. Nel frattempo tutto il mondo intorno a noi è cambiato: il gelato di mamma non si compra più in Lire, non esistono più le cabine telefoniche e la Jugoslavia è un ricordo su qualche libro polveroso. E noi? Abbiamo atteso in silenzio, Perché il popolo nerazzurro è così tanto abituato a non crederci – a darle sode, ma anche a prenderne con altrettanta solerzia – che fino all’ultimo istante, ovvero fino a quando l’arbitro a Bari non ha soffiato tre volte nel suo fischietto, si è trattenuto dal pronunciare la parola "Promozione" quasi fosse un tabù pericoloso, un animale in via di estinzione o qualcosa del genere.

La sconfitta maturata a Bari resterà nella storia come il migliore ko possibile. Il gol firmato a Bari dallo Squalo Bonfanti – per altro attaccante ancora di proprietà nerazzurra – è come un lampo in un cielo d’estate: un attimo di paura e poco più. A dire la verità l’ansia di non farcela, nonostante le otto possibilità su nove messe a disposizione dalla matematica, è perduta per 25 minuti. Ovvero ha colmato quel lasso di tempo che va dal gol dello Spezia (0-1) al pareggio della Reggiana (1-1). Emiliano che per altro ha raddoppiato nella ripresa (2-1) rendendo così la contemporanea sconfitta della squadra del Pisa completamente ininfluente. Sette punti di vantaggio a due giornate dalla fine sono incolmabili.

Il resto è festa, una bolla di gioia bella e delicata come un sogno. Una stagione sempre al primo o al secondo posto, condotta con una linearità perfetta a cui solo la scaramanzia (e la matematica) non rendevano la dovuta giustizia.

Il Pisa sale in A con un’idea, una squadra e una progettualità. Come a dire, questo successo è frutto di un lungo percorso e non del caso. Un sentiero tracciato dentro e fuori dal campo con un rafforzamento generale anche in termini di società e (non da meno) infrastrutture.

La certezza è che questa gioia non sarà effimera o fine a se stessa. Comunque andrà il prossimo anno il percorso è tracciato. "Come ai tempi belli alé alé" cantano i nerazzurri nel loro inno. I tempi belli sono anche i nostri. I tempi belli sono oggi. E’ bello esserci. Festeggiamo adesso. Festeggiamo insieme.

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