
i tifosi espongono striscioni chiedendo uno stadio migliore
Sono giorni caldi, caldissimi. Non soltanto a causa del meteo, con l’estate che sembra ormai giunta, ma anche per quanto riguarda i colloqui del Pisa per il prossimo allenatore. Casting aperti anche quest’estate. Sono tanti i fattori da considerare prima di scegliere il candidato perfetto: il curriculum, l’esperienza, la gestione del gruppo e le idee tattiche. Proviamo a concentrarci su questo ultimo aspetto. Come analizzato, Inzaghi lascia in eredità una squadra dall’identità molto ben strutturata. Una rosa che, dopo aver capito le proprie difficoltà con il paleggio, ha dimostrato di sapere dare il meglio sfruttando le capacità fisiche, l’agonismo e il contropiede. Tutte caratteristiche che si sposano alla perfezione con l’idea di calcio di Paolo Vanoli. L’allenatore, gradito dalla società ma che potrebbe anche ricucire i rapporti con Cairo e rimanere a Torino, anche nel corso dell’esperienza al Venezia ha mostrato come la transizione da fase difensiva a quella offensiva, la difesa a tre e una grande propensione alla corsa. Umiltà, grinta e sudore. D’altronde ha lavorato per anni nello staff tecnico di Antonio Conte.
Il modulo da lui più utilizzato è stato il 3-5-2, anche se in caso di emergenza è passato anche alla difesa a quattro. Nell’ultima stagione ha goduto di un regista come Ricci, affiancato da due mezzale pure, quali Casadei e Linetty. Nelle prime gare della stagione la squadra ha fatto molto conto sulla fisicità di Duvan Zapata (come l’anno prima con Pohjanpalo), appoggiandosi in una maniera simile a quella che gradisce Lind, con grande fantasia lasciata ai trequartisti (Elmas e Vlasic). Anche Pirlo nella sfortunata parentesi alla Sampdoria come modulo ha prediletto uno con la difesa a tre. Un’idea di gioco certo meno improntata al dinamismo e più al palleggio. Alla Juventus, data la vastità nella rosa e le singolarità, ha potuto svariare liberamente dal 3-5-2 al 4-3-1-2. Questa l’analisi riguardo i due tecnici sentiti dal Pisa, non gli unici. Una cosa pare però chiara: un eventuale stravolgimento tattico significherebbe del nuovo tempo di ambientamento necessitato dai giocatori.
Lorenzo Vero
Continua a leggere tutte le notizie di sport su