SAVERIO BARGAGNA
Sport

Maledizione Cittadella: Pisa piegato da 3 rigori

I nerazzurri subiscono un tris di penalty in dieci minuti, poi provano a recuperare nel finale. La squadra è ancora un cantiere aperto

di Saverio Bargagna

L’anno scorso a Cittadella il Pisa terminò la contesa con otto effettivi superstiti in campo. Una storica collezione di tre cartellini rossi: l’uno più assurdo dell’altro. Stavolta sulle spalle nerazzurre sono caricati invece tre rigori: un tris di penalty concessi nell’arco di dieci minuti, tutti ad inizio ripresa. E ciascuno lanciato in una sequenza più unica che rara. Fra l’altro due di queste decisioni assunte del direttore di gara, per la precisione il primo e il terzo rigore concesso, sono francamente complesse da digerire: falli di mano veniali, ravvicinati e involontari tanto che nessuno, neppure sponda patavina, aveva osato reclamare. Ma tant’è. Benvenuti nell’epoca del Var ad ogni costo.

E’ evidente che di fronte ad un simile strampalato copione diventi complesso azzardare un’analisi compiuta di ciò che è stato il primo Pisa di Maran. Resta scolpita un’immagine – seppur abusata – ovvero quella del "famoso" cantiere. Un cantiere, a ben vedere, presenta muri finiti e altri da innalzare, fondazioni già gettate e buche ancora da colmare. Ecco, questo è l’esatto stato del Pisa di oggi. Diverse opere interessanti (leggi Morutan ed Esteves), altre assenti o incomplete. Se è difficile, addirittura errato, trarre delle conclusioni ad un primo approccio, lo è ancora di più a fronte di una squadra che – vi è da giurarci – cambierà del tutto anima nel giro di qualche settimana. Così emergono lacune, ma anche qualità.

Appare emblematico allora che Maran si affidi alla ‘vecchia’ guardia e che la rete dell’illusione sia firmata proprio da quei giocatori partiti dalla serie C in una sorta di ideale testimone fra il recente passato e il prossimo futuro. Parliamo, in tutta evidenza, di De Vitis e Masucci. Il primo autore dell’assist che sblocca la partita, l’altro il felice prestigiatore di un gol-capolavoro che vale il momentaneo 0-1.

La prima frazione scivola via all’insegna di un equilibrio attestato anche dal risultato. Nei primi venti minuti i nerazzurri lasciano il possesso palla al Cittadella, ma gli uomini di Gorini non ne ricavano un granché. Anzi, alla prima occasione, sono già sotto. Il Pisa concede poco o nulla, ma poi capitola sugli sviluppi di un calcio. L’1-1 è affar giusto.

La ripresa è compromessa dalla sequenza e frequenza degli episodi da moviola. E dalla decisione di Zufferli di decretare tre massime punizioni in favore del Cittadella. I veneti, per carità, escono meglio dal riposo, ma godono anche degli episodi "giusti". Il primo rigore – per mani di Masucci – viene neutralizzato da Nicolas, ma sulla respinta Marin commette un nuovo fallo da rigore. Stavolta Baldini, dal dischetto, non sbaglia. E’ il 2-1. Cinque minuti dopo Hermannsson devia nella propria porta un cross di Antonucci, quindi ecco il terzo rigore per il Cittadella – per fallo di mano di Jureskin – trasformato da Asencio che polemizza con i tifosi nerazzurri. Siamo sul 4-1: è durissima recuperare. Nel finale Sibilli e Canestrelli fissato il 4-3 e verrebbe e quasi voglia di poter allungare il tempo e continuare ancora un po’. Invece, ormai è troppo tardi.

Resta un Pisa da costruire alla svelta anche perché il campionato corre e domenica all’Arena giunge il Como di Fabregas. Sette giorni per gettare cemento, saldare lungherine e piantare chiodi, così da rendere la casa nerazzurra più stabile e capire se si tratta di una reggia, di una villa o di un... normale appartamento.