REDAZIONE PISA

Merlino, paladino degli 'inascoltati'. L’Uomo Ragno è salito sulla Torre

Il blitz del quarantasettenne che lotta contro le ingiustizie. Mauro Merlino è nato a Lucca ed è cresciuto a Viareggio

L’Uomo Ragno, al secolo Mauro Merlino, ieri è salito sulla Torre di Pisa

Pisa, 8 maggio 2017 -  HA PAGATO il biglietto come tutti i visitatori del mondo: non si è arrampicato come il suo personaggio avrebbe preteso, ma l’Uomo Ragno ha mantenuto la sua promessa e, ieri mattina, è arrivato in città per attirare l’attenzione sulle tante ingiustizie a cui molti cittadini devono quotidianamente fare fronte. «Preferisco rimanere l’ultimo tra gli ultimi – ripete –. Voglio solo dimostrare alle istituzioni, a chi ha il potere, a chi ha la responsabilità e il compito di rendere meno dura la vita della gente comune, che non c’è bisogno dei supereroi per aiutare le persone. Basta star loro vicine, ascoltarle e, magari, lavorare per abbattere la burocrazia che stritola tutti».

L’UOMO RAGNO, al secolo Mauro Merlino, ieri è salito sulla Torre. Ha dovuto farlo senza la maschera sul volto: le rigide regole imposte dagli uomini della sicurezza del monumento, unite a quelle delle forze dell’ordine impegnate nei servizi di antiterrorismo, non hanno consentito a Spiderman di mostrarsi col volto coperto, ma l’annunciato blitz ha riscosso successo. E’ stato un tripudio di selfie e di sorrisi quello visto ieri mattina in piazza Dei Miracoli quando l’Uomo Ragno è arrivato fra la gente. Adulti e bambini non hanno saputo trattenere la curiosità e lo hanno avvicinato e seguito con il sorriso sulle labbra. Foto, strette di mano e sorrisi. Merlino ha 47 anni e oggi vive a Modena, ma è nato a Lucca ed è cresciuto a Viareggio.Nel 2011, per colpa della crisi economica, è rimasto senza lavoro. Un giorno ha ricevuto da Equitalia una cartella esattoriale da duemila euro, collegata a una buonuscita di diversi anni prima. E per lui sono cominciati i problemi, anche con le banche, ma non si è arreso ed ha iniziato una battaglia a favore degli ‘inascoltati’. Un video da lui registrato e pubblicato su You Tube gli costa una querela: «Dicevo che Equitalia era colpevole di istigazione al suicidio». Dopo quattro anni di battaglia legale è stato assolto. «Quella contro Equitalia è stata una vittoria non solo mia, ma di tante famiglie che ci speravano. Si può vincere contro coloro che si considerano più forti e che ti condannano senza guardarti negli occhi».