"Non alla vendita, anzi svendita, di Mattonaia, ex asilo Coccapani e sede ex Apes di via Fermi. La giunta Conti ci ripensi e tolga i tre immobili dal piano delle alienazioni". È l’appello fatto ieri dal capogruppo di Diritti in Comune, Ciccio Auletta, insieme ad altri militanti di Una città in Comune davanti all’edificio della Mattonaia, denunciando "un disegno che rischia di drogare, irreversibilmente, il mercato degli affitti studenteschi in città: perché quelli che il sindaco Michele Conti, chiama studentati, altro non sono che hotel studenteschi che affitteranno i loro posti a prezzo di mercato e concedendone solo una minima parte in convenzione al diritto allo studio".
Auletta attacca la Giunta anche rispetto ai valori indicati degli immobili in vendita: "La Mattonaia è valutata meno di 2 milioni di euro per una superficie utile lorda di 1.757,25 metri quadrati, l’ex asilo Coccapani, circa 600 mila euro per una superficie utile lorda di 1084, 20 metri quadrati e l’edificio in via Fermi, ex sede degli uffici dell’Apes, per un valore di ?poco più di 2 milioni per una superficie utile lorda di 1653,70 metri quadrati". L’operazione della Giunta Conti, secondo Auletta, "è proprio svendere questo patrimonio per consentire ad Invimit di realizzarvi hotel studenteschi, andando a drogare ulteriormente il mercato, senza dare risposte alle richieste di posti alloggi per il diritto studio, ma anzi creando luoghi in aperta competizione: già nell’ex caserma Artale si prevedono molte decine di posti letto privati per studenti così come per la Paradisa che Invimit vuole vendere a un fondo immobiliare: è una strategia precisa che muterà il volto di Pisa, della composizione studentesca che verrà nella nostra città e del rapporto tra città ed università perché stiamo parlando di un migliaio di posti letto per studenti che si vogliono mette in vendita a prezzi di mercato".
È invece necessario, conclude Auletta, "un intervento pubblico coordinato tra Regione, Dsu, Comune, Provincia e Università affinché il patrimonio pubblico sia recuperato e non svenduto e utilizzato per case dello studente a partire proprio dalla Paradisa". Infine, Giulia Contini di Una città in Comune ha denunciato "il rischio che queste scelte aumentino il divario territoriale tra nord e sud per l’accesso all’università, ma anche quello economico tra chi può permettersi un figlio studente fuori sede e chi invece non può farlo".
Gab. Mas.