Scieri, la super-perizia della Procura svela dettagli sulla morte del parà

"Ferite al polpaccio e al piede causate da un oggetto contundente o da una pistola ad aria compressa" Per l’accusa i colpi sono stati inferti alla recluta fino a farlo precipitare. E la morte sarebbe stata istantanea

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Due inchieste che "divergono" non sui presunti responsabili del delitto, ma in parte sul movente e, in parte, sui tempi della morte. Istantanea per la Procura di Pisa, o con una sopravvivenza dopo la caduta di una manciata di secondi a causa della complessità delle fratture riportate da Emanuele Scieri (lesioni cervicali midollari da politrauma): non si sarebbe salvato neppure se i soccorsi fossero stati presenti sul posto. Una caduta da 10 metri dalla torre di asciugatura dei paracadute provocata dalle ulteriori colpi che sarebbero stati inferti alla recluta dal caporale Alessandro Panella che lo avrebbe raggiunto salendo dalla parte interna mentre Scieri stava cercando riparo dall’aggressione dei nonni sulla vetta scalando a mani nude gli anelli esterni. Lo testimonierebbero le lesioni che – secondo la super perizia che la procura di Pisa ha affidato alla professoressa Cattaneo –, si apprende, non sono compatibili con quella da caduta: le lesioni al polpaccio e al piede, provocate presumibilmente da un oggetto contundente, ma compatibili anche con colpi sparati da arma ad aria compressa. Poteva un’arma del genere essere in possesso dei nonni? O, più presumibilmente, un arnese acuminato potrebbe essere stato reperito in fretta e furia sul posto, visto che si trattava di una sorta di discarica? Di certo, secondo la perizia, sono lesività "meccaniche", inferte – per l’accusa – per farlo cadere.

In un eventuale processo questi aspetti scientifici saranno il terreno del duello tra le parti. Vent’anni dopo, tuttavia, questi aspetti sono l’ulteriore colpo di scena nel giallo della Gamerra che è stato reso possibile dall’imponente lavoro investigativo sul caso che, sfruttando le ultime frontiere della tecnologia applicata alla scienza forense, nelle geografia delle lesioni evidenziate dagli accertamenti sulle spoglie riesumate del parà siracusano, ha consentito agli inquirenti di mettere nero su bianco il presunto copione della morte della recluta.

Il corpo ha parlato dopo vent’anni facendo emergere traumi da precipitazione, ferite di dubbia natura, tracce post mortem e lesioni che invece non possono essere state causate dalla caduta: a queste si ancora il copione accusatorio sul quale – chiuse le indagini – la procura guidata da Alessandro Crini entro la prima decade di luglio potrebbe già chiedere il rinvio a giudizio degli ex caporali Alessandro Panella, Andrea Antico e Luigi Zabara che avrebbero ucciso Scieri il 13 agosto 1999 dopo averlo sottoposto a pratiche di nonnismo. Un quadro, quello emerso dalle indagini pisane, che i legali stanno approfondendo anche in vista dell’udienza preliminare davanti il tribunale militare del 17 luglio a Roma quando gli stessi tre caporali rischiano il rinvio a giudizio per violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso (punizione della recluta perchè sorpresa al cellulare). Qui però la pistola fumante sarebbe quella di aver lasciato agonizzante Scieri dopo averne provocato la caduta, privandolo dei soccorsi che avrebbero potuto salvarlo e quindi causandone volontariamente la morte. Sarà quell’udienza il primo duello di atti.