Scieri, caso in appello: "Andrea Antico non c’era e va mandato assolto"

Ieri il giorno dei difensori nel secondo grado di giudizio per il sottoufficiale. Si riprende il prossimo febbraio con le dichiarazioni spontanee dell’imputato.

Scieri, caso in appello: "Andrea Antico non c’era e va mandato assolto"

Scieri, caso in appello: "Andrea Antico non c’era e va mandato assolto"

Ieri è stato il giorno dei difensori di Andrea Antico, l’unico dei tre ex caporali assolti in primo grado, per l’omicidio di Emanuele Scieri. L’unico dei tre che scelte di essere giudicato con rito abbreviato. Le arringhe degli avvocati Fiorenzo ed Alberto Alessi, si apprende, hanno offertto alla corte d’appello di Firenze un’altro copione: quello che vuole Andrea Antico assente, quella sera dalla Gamerra, quando la recluta Scieri era diventato un fantasma la notte del 13 agosto 1999.

Antico non era alla Gamerra, hanno evidenziato i difensori puntando il dito sull’attendibilità del testimone chiave dell’accusa, il commilitone Meucci, e offrendo anche quelle definite prove logiche sulla abitudini del loro assistito che non avrebbe avuto ragioni, durante la licenza, per trovarsi ancora lì, nella notte incriminata.

Arringhe lunghe, che hanno scandagliato e ripercorso la vicenda, valorizzando alla corte anche quegli elementi che portarono il gup di Pisa a mandare assolto il sottoufficiale dell’esercito per il quale il procuratore generale ha chiesto la condanna a 26 anni di carcere che poi, per effetto del rito abbreviato, diventano 17 anni e 4 mesi. La Procura generale, infatti, in requisitoria ha sostenuto in pieno il teorema accusatorio degli inquirenti contro i tre "nonni", Copione che ha trovato un primo riscontro nei giudici pisani che in primo grado hanno condannato a 26 anni Alessandro Panella e a 18 anni Luigi Zabara, i due ex commilitoni di Scieri che avevano scelto il processo con rito ordinario. La Corte d’assiste di Pisa ha ritenuto che l’azione condotta contro lo Scieri "abbia trovato l’innesco o, comunque, sia degenerata in ragione di una situazione contingente che ha privato di ogni lucidità gli imputati". Una discussione, forse iniziata per l’utilizzo della recluta del

cellulare, e poi degenerata.

Presumibilmente secondo l’accusa – perché gli anziani, Zabara, Panella e Antico si trovarono davanti ad una reazione inaspettata del 26enne che scatenò "un delirio di onnipotenza" dei nonni quella notte. E per la Procura, quella notte, c’era anche Antico. Per i suoi difensori, invece, ci sono evidenze che il loro assistito fosse altrove. Si torna in aula il prossimo 28 febbraio e l’udienza si aprirà con le dichiarazioni spontanee alla corte di Antico. Poi, salvo repliche, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza.

Carlo Baroni