Salario minimo Non si risolve così il problema

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Chiara

Tenerini*

Dal nostro punto di vista l’idea del salario minimo come meccanismo di salvaguardia del mercato del lavoro è fuorviante, e potrebbe ripercuotersi negativamente sul sistema produttivo determinando un circolo vizioso per cui le aziende, già vessate da una elevatissima pressione fiscale, da anni di pandemia e dall’esponenziale incremento dei costi energetici, con l’aumento del costo del lavoro siano indotte a licenziare, a non assumere o ad aumentare i prezzi di vendita dei loro prodotti. Lo ho detto intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sulle mozioni sul salario minimo. Si rischierebbe di favorire la tendenza alla diminuzione delle ore lavorate, o aumenterebbe il ricorso ai cosiddetti contratti pirata.

Riteniamo che sia necessario un intervento propulsivo nel mercato del lavoro, attraverso misure strutturali quali: la maggiore e puntuale applicazione dei contratti collettivi, soprattutto quelli di prossimità; la lotta ai contratti pirata, da condursi attraverso una verifica capillare su tutto il territorio nazionale; la predisposizione di interventi e azioni volti a liberare risorse da altre voci della spesa pubblica per destinarle al mercato del lavoro e favorire l’occupazione, una diminuzione progressiva ma costante del cuneo fiscale. La misura del salario minimo, quindi, da più parti caricata di un contenuto ideologico di grande appeal mediatico, non rappresenta la soluzione ai problemi strutturali che affliggono il mercato del lavoro. Altre – ha concluso la deputata azzurra - possono essere le strade percorribili, come l’avviarsi di percorsi interlocutori tra le pari coinvolte nella contrattazione collettiva al fine di monitorare e comprendere le cause della non applicazione dei contratti collettivi e risolvere le problematiche li dove emergono affinchè si possa estendere l’utilizzo degli stessi.

*Deputata di Forza Italia, Cecina