Pisa, sacerdote accusato di abusi: "Quattro i casi arrivati alla Rete"

Ma l’Arcidiocesi ribadisce: "Non risultano altre segnalazioni né sullo stesso parroco né su altri a Pisa". L’associazione che tutela le vittime: "Pronti ad agire in sede civile per i danni. Alcuni episodi non prescritti"

Fedeli all'entrata della chiesa di Santa Maria della Chiesa (foto Cappello/Valtriani)

Fedeli all'entrata della chiesa di Santa Maria della Chiesa (foto Cappello/Valtriani)

Pisa, 23 settembre 2022 - Sarebbero almeno 4 (in tutto comprese quelle dei due fratelli, il primo caso a emergere pubblicamente) le segnalazioni arrivate alla "Rete l’abuso" - l’associazione che raccoglie le denunce delle vittime - sullo stesso sacerdote, ma ci sarebbero altri racconti (sono 12 in totale) messi insieme in questi giorni, uno anche che riguarda un altro prete. Parroco dimissionario da Santa Marta, dalla scorsa settimana un ciclone triste e doloroso si è abbattuto su Pisa e sulla sua chiesa. Da quando l’arcivescovo, monsignor Giovanni Paolo Benotto, ha diffuso una nota : "Con profondo dolore e vergogna per quanto denunciato" ha "accolto le dimissioni" del 74enne accusato sollevandolo da tutti gli incarichi pastorali, allo scopo di "fare verità e giustizia". Presbitero che avrebbe ammesso le sue responsabilità durante il processo canonico cominciato ad aprile. "Non risultano, al momento, altre segnalazioni (oltre a quella dei due 30enni, all’epoca bambini di 9 e 13 anni, ndr) né sullo stesso sacerdote né su altri", si ribadisce, invece, ufficialmente dall’Arcidiocesi. Né ci sono esposti presentati in Procura su questi fatti che riguardano per lo più vicende che sarebbero accadute oltre 20 anni fa e quindi penalmente prescritte. Questo non significa però che la Procura non possa agire in autonomia. Anzi, scontato che sarà aperta un’inchiesta d’ufficio. Secondo la Rete ci sarebbero anche alcune situazioni più recenti non ancora prescritte. Inoltre i legali dell’associazione (23 in tutta Italia) "sono pronti a dare assistenza in sede civile ai fini del risarcimento danni".

I due fratelli stanno ora aspettando gli sviluppi legali, ma proprio a loro si sarebbero rivolte altre persone per raccontare le loro esperienze. I due solo ora, a distanza di anni dagli accadimenti che li avrebbero coinvolti quando frequentavano la parrocchia di Santo Stefano, e dopo una psicoterapia, hanno trovato la forza di parlare anche per invitare altri a farsi avanti.

L’arcivescovo, nello stesso comunicato diffuso venerdì scorso, ha chiesto scusa: "A nome mio e della Chiesa pisana che rappresento chiedo perdono a chi ne è stato vittima e a quanti ne soffrono per lo scandalo che oscura il volto della Chiesa, domando a tutti di pregare il Signore perché non venga meno la fede in chi è stato offeso e perché si rinnovi in tutti un autentico cammino di conversione". Monsignor Benotto che avrebbe già ascoltato i due uomini rendendo poi nota l’ultima parrocchia del dimissionario per non incentivare un clima da caccia alle streghe.

A. C.