Riscopri la storia oltre i libri!. La Grande Guerra in bicicletta

Un itinerario turistico green tra Pisa e il suo litorale per valorizzare i monumenti ai caduti. CLASSE III C SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "MAZZINI", PISA.

Riscopri la storia oltre i libri!. La Grande Guerra in bicicletta

Riscopri la storia oltre i libri!. La Grande Guerra in bicicletta

Tra Pisa e il suo litorale sono presenti alcuni monumenti ai caduti pisani nella Grande Guerra, che vale la pena riscoprire per immergersi nella storia, capire il clima culturale del primo dopoguerra e, più in generale, riflettere sulle conseguenze devastanti dei conflitti armati. È possibile visitarli tutti dal vivo in un modo sostenibile per l’ambiente: saltare in bici e usare "la ciclopista del Trammino".

L’itinerario completo è lungo circa 20 km, dura poco più di un’ora, è totalmente in pianura e, quindi, è accessibile a tutti (inquadra il QR Code per maggiori dettagli).

Ai più curiosi, prima di partire, consigliamo di visitare il Museo Storico delle Aviotruppe. L’ingresso è gratuito ed è possibile vedere le armi, le uniformi e gli oggetti di vita quotidiana usati sul fronte.

Il primo monumento da vedere si trova in piazza Vittorio Emanuele II, dove è presente un masso proveniente dal Monte Grappa. Seguono tre statue, tutte rappresentanti giovani “eroi”: alla Saint-Gobain, un soldato regge un compagno morto nella stessa posizione della statua di Menelao e Patroclo della Loggia dei Lanzi di Firenze; a Barbaricina, un altro, nudo, con in testa l’elmetto, si mostra impettito con lo sguardo fiero, come qualcuno che non ha paura di nulla; a S. Piero a Grado, infine, un fante stringe con forza e senso di protezione la bandiera dell’Italia, mentre, con la mano destra, tiene un pugnale.

Al termine del percorso, a Marina di Pisa, è possibile ammirare una lapide su cui è raffigurata l’Italia, che sembra voler benedire con un ramo di palma i nomi dei caduti.

Per approfondire il significato dei monumenti, abbiamo fatto qualche domanda al prof. Ciavattone, storico contemporaneista.

Perché oggi i monumenti sono stati dimenticati?

"Non sono stati dimenticati, però se ne è persa la memoria. I figli dei caduti, i nipoti e le famiglie sono morti e piano piano questo legame col caduto è andato sempre più affievolendosi".

Che senso ha, a distanza di così tanto tempo, ricordare i caduti e i monumenti?

"La memoria collettiva è l’elemento fondante di ogni nazione. Sebbene tanti si siano trovati a combattere senza il proprio volere, molti soldati hanno donato intenzionalmente la vita per la loro patria".

Non c’è il rischio che, così, la guerra possa assumere un valore positivo?

"No, la guerra che provoca morte va condannata in maniera decisa. Il monumento ci serve per ricordare chi è morto allora, ma serve anche a noi per capire che non bisogna cadere negli stessi errori del passato".