di Ilenia Pistolesi
Possiamo ribattezzarla la pizza sospesa, teglioni fumanti che verranno distribuiti gratuitamente a coloro che, in questi mesi nefasti, a malapena riescono a combinare il pranzo con la cena. L’idea è frutto del gran cuore di un imprenditore volterrano, Mirko Dipaolantonio, chef, titolare del ristorante Don Beta e de La pizzeria del Corso: regalare le teglie che restano fuori dal giro serale delle consegne (data la serrata alle 18) alle persone che ne hanno bisogno.
Dipaolantonio, quando ha maturato il progetto?
"Istintivamente, due sere fa. Chiudo il ristorante nel pomeriggio e passo a lavorare in pizzeria per le consegne a casa dopo le 18. Di fronte a me si è spalancata una Volterra deserta, quasi spettrale. Mi son messo a piangere. Alle 20, quando ho fatto rientro alla base, ho visto due teglie di pizza rimaste nel bancone ed ho pensato: perché non regalare i tranci che la sera restano invenduti a chi è in difficoltà? Ecco, questa è la mia idea: in città mi conoscono tutti, ho lasciato il mio numero di cellulare in un post su Facebook. Basta inviarmi anche un messaggio su WhatsApp rimanendo nell’anonimato e indicando l’indirizzo di casa, nell’eventualità che qualcuno provi imbarazzo nel chiedere gratuitamente un pezzo di pizza".
Lei ha diverse attività a Volterra e la situazione è virata verso una nuova ‘implosione’. C’è una ricetta per non farsi fagocitare dal pessimismo?
"Darsi da fare, reinventarsi, pensare non solo a se stessi ma anche agli altri. Ho alcuni dipendenti in cassa integrazione, faccio questo lavoro da una vita, se mi fermo a pensare a cosa sta accadendo è finita. No, io voglio reagire. E mi creda, non faccio nulla per narcisismo o per un briciolo di pubblicità in più: se c’è da aiutare qualcuno io mi faccio in quattro".
Cosa significa per un imprenditore vedersi strappare via pezzi di vita?
"E’ doloroso. Fin da piccolo volevo fare il cuoco, vengo da una tradizione familiare di ristoratori. Prima della pandemia, ho sempre lavorato ininterrottamente anche nei mesi invernali, senza mai mandare a casa nessuno. Ma ripeto: io non mollo, chi si ferma è perduto. Anzi, con un amico, Leonardo Pazzagli, stiamo già pensando di intavolare una nuova iniziativa per la città".
Quale?
"Leonardo metterebbe a disposizione cinque motorini per fare consegne a domicilio di pane, farmaci, cibo o vestiti: si eviterebbero code di fronte ai negozi, le attività commerciali ne trarrebbero beneficio. Possiamo chiedere un minimo di rimborso spesa per la benzina. Credo fermamente in un solo, grande motto: l’unione fa la forza". E come dargli torto…