Plasma iperimmune, reclutati 474 pazienti

Pisa capofila dello studio "Tsunami" utilizzando donatori guariti per curare malati Covid-19 di media gravità: risultati attesi ad inizio gennaio

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Avanti con lo Tsunami! Il progetto di terapia anti-covid19 a base di plasma iperimmune, coordinato a livello nazionale, da Francesco Menichetti, primario di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, va avanti e chiude la prima fase, quella del reclutamento dei pazienti. Quest’estate, una battuta d’arresto a causa della mancanza di pazienti, aveva interrotto la prosecuzione della sperimentazione che, come spiega alla Nazione il professor Menichetti, "secondo un calcolo statistico avrebbe dovuto arruolare 474 pazienti". Ma ora anche questa fase si è conclusa, e l’infettivologo esprime soddisfazione per il raggiungimento dell’obiettivo, ma anche prudenza nell’attesa dei risultati, previsti ai primi di gennaio: "Lo studio Tsunami, l’unico del genere in Italia, è approvato da Aifa e Iss e coinvolge 27 centri attivi nell’arruolamento di pazienti. Voglio sottolineare l’apporto decisivo dei centri toscani, i più attivi dei quali sono stati gli ospedali di Pisa e quello di Firenze Careggi. In Toscana abbiamo arruolato quasi 350 pazienti, 77 in Umbria e 66 in Lombardia".

Per quanto riguarda i risultati, Menichetti spiega: "Ancora non abbiamo riscontri definitivi perché i risultati della terapia vengono valutati nei 28 giorni successivi alla somministrazione. Gli ultimi pazienti che abbiamo arruolato risalgono all’8 dicembre, quindi dovremo aspettare almeno fino all’8 gennaio. Insomma, siamo in prudente attesa dei risultati".

Prudente perché studi simili, sperimentazioni cioè di terapie a base di plasma iperimmune da pazienti covid guariti, sono stati già eseguiti in diversi Paesi del mondo, come India o Argentina, dove, evidenzia Menichetti - non suggeriscono una particolare efficacia del plasma. Noi potremmo confermarli, mettendo quindi una parola definitiva sulla questione, perché il nostro studio è ben disegnato e usa un plasma qualificato, o potremmo smentirlo". I 474 pazienti che hanno accettato di sottoporsi alla sperimentazione a base di plasma sono persone affette da Covid-19 non in modo grave. La ragione è semplice, perché si tratta di una terapia anti-virale, che punta quindi a non far avanzare il virus che, invece, in pazienti più gravi è già in fase avanzata. "Abbiamo usato il plasma in pazienti di moderata gravità – precisa il coordinatore di Tsunami -. Può funzionare, insomma, se somministrato precocemente, per esempio in una polmonite lieve o moderata. In persone già intubate ci sono meno chances di efficacia". Perché 474 persone? Menichetti lo spiega: "Questo numero risponde a un preciso calcolo statistico funzionale a dimostrare un calo di morte o di ricovero in terapia intensiva nel 40% dei casi". E perché dovremo aspettare ancora i primi di gennaio per conoscere i risultati di Tsunami? Perché, specifica l’infettivologo, "riscontri e relative valutazioni possono essere fatti 28 giorni dopo l’inizio della somministrazione della terapia". L’inizio del trattamento degli ultimi dei 474 pazienti risale all’8 dicembre. Si attende quindi l’8 gennaio per sapere se sarà Tsunami oppure no.

Eleonora Mancini