
Marco Gargani e la maglia del 1986
Pisa, 10 aprile 2022 - «Se questa maglia vale 5 milioni di euro allora ditemi dove devo firmare: la vendo subito, lascio una parte in beneficenza e cambio vita. Bye bye". Marco Gargani estrae da una busta di plastica una ‘Maradona del 1986’ autografata. La srotola con orgoglio: "Autentica, senza dubbio. Conservata secondo tutti i crismi". Mostra il logo, qualche macchia di fango ancora impressa sul colletto e la consistenza del tessuto. "L’ho ricevuta da Salvatore Bagni, compagno di Maradona al Napoli, che l’ha avuta dalle mani del Pibe de oro. E’ una delle ‘10’ giunte a noi dai Mondiali del Messico del 1986 vinti proprio dall’Argentina". Gargani, noto imprenditore ponsacchino, è uno dei più longevi collezionisti di magliette di calcio d’Italia ed è considerato uno dei principali esperti del panorama italiano: "Per questo mi sento di dire che il cimelio messo dall’asta da Sotheby’s a Londra non può valere quella cifra. Altrimenti...".
Facciamo un passo indietro. Come nasce questa storia? "Steve Hodge è un calciatore inglese ed è in campo in quei quarti di finale del 22 giugno del 1986 quando la nazionale della regina sfida l’Argentina di Maradona. E’ proprio in questa partita che si scrive una delle più importanti pagine della storia del calcio: Diego segna colpendo con una mano... la ‘Mano de Dios’".
Torniamo alla maglia. "Alla fine del primo tempo, secondo quanto leggiamo, Steve e Diego si scambiarono le casacche. Oggi quella maglia è stata messa all’asta a Londra per 5 milioni di euro. Troppo. Non sta in piedi".
In che senso? "Sono un collezionista di maglie di calcio di valore, ma anche un esperto di arte. Ragioniamo: perché un quadro di Van Gogh vale una determinata cifra? Perché è un pezzo unico. Ma la maglia di Hodge non lo è. Anzi è tenuta anche male".
Perché non è un pezzo unico? "I mondiali del 1986 si giocano in Messico: le temperature possono essere torride, oppure si può giocare ad alta quota. La federazione argentina come si prepara? Per ogni partita decide di predisporre almeno 4 casacche per colore: bianco-celeste, azzurra e bianca. Fra l’altro vengono cuciti anche loghi diversi a seconda del colore per una complessa polemica interna. Durante la partita un giocatore ha la possibilità di cambiare casacca almeno 4 volte. Alcune vengono indossate, altre scambiate a fine partite. Altre restano nei borsoni".
Dove vuole arrivare? "Voglio dire che di ‘Maradona 10’, di quei mondiali, vi sono almeno 40-50 pezzi".
Quindi? "Il valore crolla".
Quanto vale allora? "30mila euro, direi. Poi, si intende, ognuno può pagarla quanto ritiene opportuno. Se qualcuno mi dà cinque milioni cedo anche la mia".
La sua ‘Maradona 1986’ è stata indossata? "Non lo so. Fa parte, come dicevo, di quelle 40-50 divise preparate a mano dalla federazione argentina. Potrebbe essere una quelle indossate nella partita con l’Italia. Potrebbe, invece, essere sempre rimasta nel borsone. Chissà...".
di Saverio Bargagna