
Scivoli e pensioni, ecco la fotografia che ci viene fornita dall’Inps sia per quota 100 (annualità 2019, 2020 e 2021), che per quota 102 (2022) e quota 103 (2023) pongono la nostra città lh top tra quelle che hanno sfruttano lo scivolo pensionistico. I numeri che subito balzano agli occhi sono soprattutto quelli relativi a quota 100. 27.045 toscani nel triennio 20192021 hanno approfittato dell’anticipo pensionistico con 38 anni di contributi e 62 anni di età, e Pisa con 2.878 pre-pensionamenti in un triennio (tallonata da Lucca), preceduta solo da Firenze con 8.291 pensioni anticipate. A Prato solo 1.677 cittadini hanno sfruttato questo strumento. A fare peggio del distretto pratese troviamo solo Massa Carrara che con quota 100 totalizza appena 1.476 pensionamenti anticipati. Siena invece si attesta pressoché sugli stessi numeri di Prato con 1.658 adesioni a quota 100, mentre tutte le altre città fanno registrare numeri decisamente più alti.
L’analisi Inps non fornisce strumenti per dare una spiegazione a questi numeri più bassi in territorio pratese, anche se probabilmente in molti non avevano l’età anagrafica sufficiente per potere richiedere la pensione con quota 100. Passando invece a quota 102, l’anno scorso in Toscana i numeri dei pensionamenti anticipati sono stati pressoché irrisori. In totale in regione solo 359 persone hanno sfruttato lo scivolo. Molto più fermento invece c’è quest’anno, con quota 103 scelta già da 488 toscani, superando in un solo quadrimestre i numeri di tutto il 2022. "Dopo il boom iniziale di quota 100 che ha mandato in pensione tutti coloro che volevano uscire dal mondo del lavoro e che erano rimasti invischiati nelle modifiche della riforma Fornero – si legge nella nota -, quota 102 è stata quasi una residuale sanatoria per i pochi che erano ancora in attesa di maturare entrambi i requisiti: anagrafici e di anni lavorativi. La differenza più significativa è sicuramente tra quota 102 e quota 103, con quest’ultima che in un solo quadrimestre ha già superato le liquidazioni dello scorso anno. Ciò, naturalmente, deriva dai requisiti di accesso alle due prestazioni che, nel caso di quota 102 prediligono un minor numero di contributi (38 anni) ma un’età anagrafica più alta (64 anni). Nel caso, invece, di quota 103, si riduce l’età anagrafica (62 anni) ma cresce il numero di contributi (41 anni) avvicinandosi molto di più alla pensione anticipata, rispetto alla quale si può guadagnare anche un anno, risultando dunque appetibile perché non appare particolarmente penalizzante ai fini di assegno pensionistico".
Stefano De Biase