Pedopornografia Gli atti d’indagine tornano a Firenze

I legali del giovane indagato chiederanno al giudice l’avvio di un percorso di recupero

Il fascicolo d’indagine nei prossimi giorni, si apprende, andrà in procura a Firenze per competenza sul reato contestato. E gli avvocati Arianna Tabarracci e Alessio Bertola, che assistono lo studente di Calcinaia indagato per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, attendono questo passaggio per rappresentare al gip – sono già al lovoro su questo fronte – la possibilità di individuare un percorso per l’inserimento del giovane in un percorso che lo aiuti a superare questa fase difficile. Un percorso che lo aiuti a superare anche quella che potrebbe essere una sorta di potenziale dipendenza dalla tecnologia informatica che, secondo i difensori, potrebbe essere alla base dei fatti contestati. Al centro dell’inchiesta 239 file video pedopornografici che lo studente 20enne aveva scaricato – secondo la procura – tramite un link che reindirizzava ad un noto portale di sevizio cloud-storage che fa capo ad una società della Nuova Zelanda. Tra gli 88 utenti, hanno ricostruito gli inquirenti, che scaricavano sui propri spazi di archiviazione "virtuali" (dopo aver cliccato il link copiavano i file importandoli sui rispetti cloud) c’era anche lui come utente. La Polpost ha inviduato l’account con cui avrebbe agito il ragazzo e la email di recupero arrivando così allo studente che è stato arrestato la scorsa settimana e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. In sede di interrogatorio il ragazzo si è difeso dicendo che lui voleva fare l’investigatore, e che quindi altro non era che un infiltrato che voleva scoprire i responsabili.

C. B.