Parchi motore dello sviluppo Serve un piano

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Riccardo

Gelichi*

Piombino potrebbe ospitare uno dei più grandi parchi archeologici e naturalistici di terra e di mare. Basterebbe proseguire con tenacia e spirito imprenditoriale i principi che fecero nascere la Parchi Val di Cornia. Nel 1993 fu realizzato, a Piombino, un complesso sistema di gestione integrata di servizi culturali e turistici, che dovevano comprendere: parchi archeologici, musei, servizi commerciali, parcheggi, ristorazione, servizi per la balneazione. Questa vocazione si è assopita nel tempo e oggi siamo al culmine di dissapori e conflitti politici fra i comuni. Questi sistemi si reggono su finanziamenti locali e soprattutto erogazioni comunitarie, per le quali servirebbero progetti dedicati. Una società di questo tipo dovrebbe muovere un bel volume di affari e generare un indotto importante, coinvolgendo privati e aziende locali, creando una forte economia indiretta attraverso le presenze turistiche. Con Baratti come elemento scenografico, queste grandi potenzialità andrebbero sviluppate nel solco della difesa del territorio e dello sviluppo economico del comprensorio.

La nostra proposta per la Sterpaia, nuovi villaggi turistici all’esterno del Parco che invece potrebbe ospitare funzioni, servizi e un percorso di ciclabili. In questo modo la gestione e la manutenzione delle strutture interne potrebbe essere data in carico al privato. La maggiore antropizzazione e il famoso turismo di massa sono già presenti su queste coste, in modo incontrollato e non portano alcun vantaggio verso il territorio, soprattutto non aggiungono posti di lavoro. Diversa ipotesi è quella esistente nell’attuale Piano Strutturale depositato dal PD e acquisito tal quale da questa maggioranza, che prevede le strutture ricettive all’interno del Parco, idea che non ci piace perché interessa direttamente l’area protetta.

*Portavoce AscoltaPiombino