Morì di choc anafilattico. Una condanna a un anno. Assolte le due cuoche

Provvisionale complessiva di quasi 250mila euro. Ma il giudice rimette gli atti al pm per tre al tempo dipendenti per valutare l’eventuale falsa testimonianza .

Morì di choc anafilattico. Una condanna a un anno. Assolte le due cuoche

Morì di choc anafilattico. Una condanna a un anno. Assolte le due cuoche

di Antonia Casini

Condannata la legale rappresentante della struttura, assolte le cuoche. Chiara Ribechini, solo 24 anni, morì il 15 luglio 2018 per chock anafilattico dopo aver mangiato piatti contenenti latte di cui era allergica fin dalla nascita. Una tragedia che aveva colpito due comunità, quella sua di origine cascinese e l’altra dove era avvenuta la cena. Un pasto consumato nell’agriturismo di Colleoli, sulle colline di Palaia, dove la giovane era cliente abituale. Ieri, la sentenza del dottor Domenico Rocco Vatrano. Sotto processo, con ipotesi di omicidio colposo, erano finite la legale rappresentante dell’agriturismo Rita Astinenti di San Miniato (condannata a un anno più il pagamento delle spese, pena sospesa) e le due cuoche Giovannina Montesano, 50 anni, di Montopoli e Antonia Coppola, 59 anni, di Santa Maria a Monte, assolte per non aver commesso il fatto. Alta la provvisionale, quasi 250mila euro suddivisi tra le parti civili seguite dall’avvocato Fabrizio Bianchi: oltre 87mila, circa 75mila e 80mila. Il giudice ha anche deciso di rimettere gli atti al pm per tre testimoni (tre allora dipendenti della struttura) per valutare un procedimento per falsa testimonianza. I difensori delle imputate sono stati Alberto Marchesi, Anna Francini e Rosa Rubino.

Le indagini sono state coordinate dal pm Giancarlo Dominijanni che aveva disposto anche una perizia affidata alla professoressa Patrizia Restani, docente di chimica alimentare che indicò nella quantità di latte contenuta nel pane la causa del decesso. Quantità che sarebbe stata così elevata da rendere inefficace la puntura di adrenalina che la 24enne si somministrò in auto per superare la crisi (aveva sempre un kit di emergenza con sé).

A fine udienza, anche il pubblico ministero si è avvicinato ai genitori di Chiara, Michela e Massimo, sussurrando parole di conforto. La signora ha assistito alla lettura del dispositivo tra lacrime e rabbia per la morte della giovane figlia. "Questa non è giustizia", ha commentato. Padre e madre, assistititi dall’avvocato Francesca Zuccoli, che hanno fondato un’associazione in memoria della "Aps Chiara Ribechini con l’allergia si può" che sostiene e aiuta a diffondere e sensibilizzare le persone con allergie importanti e i loro cari.

"Che la sua morte non sia vana", hanno ripetuto spesso. Una promessa fatta subito dopo la scomparsa dolorosissima di Chiara. E una sentenza di condanna c’è stata. "Da piccola ci pensavamo noi – aveva raccontato in aula la signora – Chiara, però, in quel periodo stava benissimo – ha detto –, era una donna molto intelligente, consapevole della sua allergia e del fatto che avrebbe dovuto conviverci; si sapeva gestire, era molto attenta e scrupolosa anche perché sapeva cosa rischiava".